Ritorno alle elezioni c’è il progetto di legge

Lo ha predisposto l’assessore Bottacin, poggia sulla specificità
BELLUNO. La proposta è di quelle destinate a muovere le acque. E non solo perché a presentarla è l’ultimo presidente democraticamente eletto alla guida della Provincia. «La Provincia di Belluno torni elettiva». Con i cittadini alle urne, non sindaci e consiglieri comunali, come accade con gli enti di area vasta voluti dal ministro Delrio. A lanciare la proposta, che assume i contorni di un disegno di legge statale, è l’assessore regionale alla specificità di Belluno, Gianpaolo Bottacin. Depositerà il suo progetto di legge martedì in consiglio regionale, poi lo invierà al presidente della Camera, per avviare l’iter in Parlamento.


«Si tratta di riportare la situazione a come era una volta, solo per la Provincia di Belluno», spiega Bottacin. Che ha costruito il disegno di legge agganciandolo a due presupposti normativi solidi: la specificità di Belluno prevista nello Statuto regionale e il riconoscimento che la Provincia di Belluno (insieme a quelle di Sondrio e Verbania) sia speciale, in quanto montana e confinante con stati esteri. Lo dice proprio quella legge Delrio che tante difficoltà ha creato alle Province.


«Constatato che senza trasferimenti e senza rappresentatività elettiva la Provincia di Belluno è ormai poco più che un automa», spiega Bottacin, «ho scelto di presentare tale iniziativa il giorno del consiglio in quanto mi piacerebbe raccogliere le sottoscrizioni al progetto di legge non solo dei componenti della maggioranza, ma anche di quelli dell’opposizione. Porteremmo così avanti insieme una battaglia per ridare dignità a un ente in decadimento, sollevando il tema del taglio delle risorse statali: è fondamentale, infatti, che vengano ripristinati i 27 milioni annui azzerati negli ultimi esercizi finanziari, senza i quali anche i pochi ma fondamentali servizi che dovrebbe gestire la Provincia, come la manutenzione delle strade e la messa a norma degli edifici scolastici, sono sempre più a rischio».


Affermazioni che arrivano proprio al termine di una settimana che ha visto accendersi lo scontro per la presidenza. «O si decide che la Provincia non deve più esistere oppure la si riempie di contenuti», continua l’assessore. «Parlo di competenze, di soldi, ma anche di elezione diretta: questa eviterebbe molti di quei giochi politici che Massaro, e condivido il suo pensiero, ha definito da Prima Repubblica. Con il popolo a decidere queste cose non succederebbero più». Bottacin non vuole entrare nello scontro fra il gruppo che sostiene Manfreda e quello che appoggia Padrin, ma da osservatore esterno commenta: «Vedere il commissario di un partito (Bond di Forza Italia,
ndr
) che apoggia un sindaco che ha la tessera di un altro partito (Manfreda, Pd,
ndr
) per la gente è incomprensibile. I sindaci si stanno scannando sul niente. Ragioniamo prima sui contenuti: vogliamo che la Provincia torni com’era un tempo? Da qui bisogna partire».


Nasce su queste basi il disegno di legge, nove articoli nei quali si precisano nel dettaglio le forme dell’elezione diretta e si prevede il ripristino degli organi storici: presidente, giunta e consiglio. «Mi sono sentito in dovere di presentare questo progetto di legge non solo per ridare slancio e ruolo propositivo all’ente Provincia, ma anche per dare risposta alle tante richieste provenienti dal territorio e altresì per supplire a una mancata promessa fatta dalla candidata del Pd alle regionali nel 2015, che aveva anche siglato accordi elettorali con forze politiche locali in tal senso. Auspico che anche il Pd possa sostenere la mia iniziativa, affinché abbia un percorso più veloce in Parlamento, dove oggi il Partito democratico è forza di governo».




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