Ritrovata la nave in cui perse la vita il marinaio Tibolla di Sedico

L'incrociatore venne silurato e affondò con il suo carico di uomini

SEDICO. Il primo aprile del 1942, a undici miglia di distanza da Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia, venne affondato da un sottomarino inglese l’incrociatore Giovanni delle Bande Nere, partito da Messina e diretto a La Spezia.. A bordo di quell’incrociatore italiano vi era anche un marinaio sedicense, Mario Tibolla, che perse la vita come la grandissima parte dei componenti di quell’equipaggio.

Una ventina di giorni fa, il cacciamine Vieste della marina militare ha ritrovato il relitto di quella nave nel corso di un'attività di verifica tecnica e di sorveglianza dei fondali nel Mar Tirreno, ad una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri. La notizia non è passata inosservata ai nipoti di Tibolla. E, in particolare, a due dei fratelli De Salvador, Fabrizio ed Enrico.

«Ho appreso dai telegiornali qualche giorno fa che era riemerso il relitto di quell’incrociatore – spiega Fabrizio De Salvador – e l’ho subito ricollegato a mio zio. Il primo aprile, poi, era l’anniversario dell’affondamento, e così ho voluto ricordare questo fatto».

Di Mario Tibolla, i nipoti in realtà sanno piuttosto poco. Anche perché lui, nato nel 1921, morì giovanissimo, poco più che ventenne. Era figlio di Luigi Tibolla e Domenica Da Rold ed era il terzo di otto fratelli: Maria (nata nel 1913), Carlotta (1920), Mario appunto (che nacque il 22 ottobre 1921), Luisa (1923), Aamabile (1933), Antonio “Tilio” (1935), Giuseppina “Fiita” (1939) e Mariangela (1943).

«Aveva frequentato la scuola militare a Pola, che all’epoca era italiana. All’epoca si era saputo che l’incrociatore era affondato e sua madre, mia nonna, era andata a recuperare la salma. Aveva conosciuto una signora di Messina che l’aveva consolata e aiutata in quei difficili momenti, e da allora la nostra famiglia e la loro, la famiglia Filetti, erano rimaste amiche. Tant’è vero che io stesso ho fatto il militare proprio a Messina».

La salma di Mario Tibolla, che venne recuperata poco dopo l’affondamento, è attualmente sepolta nel cimitero di Sedico. All’epoca dell’affondamento, l’incrociatore intitolato a Giovanni delle Bande Nere si stava trasferendo da Messina a La Spezia per effettuare alcune riparazioni in Arsenale scortato dalla torpediniera Libra e dal cacciatorpediniere Aviere. —

Nicola Pasuch

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