Ritrovate munizioni e armi nella grotta

Vodo, la scoperta durante la pulizia del sentiero di Malga Ciauta. Pompieri e carabinieri mettono in sicurezza il materiale
Di Gigi Sosso

VODO DI CADORE. Le armi nella grotta. Era in corso la pulizia di un sentiero, che porta a Malga Ciauta, sopra Vodo di Cadore, quando l’attenzione di tutti i partecipanti all’operazione bosco pulito è stata attirata da una piccola caverna, all’altezza di una località di nome Forcella. Una rapida ricognizione e la scoperta di due scatoloni di una certa età, protetti da una tovaglia e una maglia di colore rosso. Impossibile resistere alla tentazione di scoperchiarli e dare un’occhiata all’interno. Sorprendente quello che è stato trovato: munizioni e armi da fuoco. Molte cartucce e sicuramente anche un fucile.

Era da poco passata l’una e mezzo di ieri pomeriggio quando sono partite due telefonate al 112 dei carabinieri e al 115 dei vigili del fuoco. Quelle che servivano a risolvere la questione.

I militari di San Vito e i pompieri di Pieve hanno percorso la diga sul Boite prima di arrampicarsi lungo questa strada carrozzabile di sette chilometri, che non ti obbliga a parcheggiare i mezzi a quattro ruote e a proseguire a piedi. Normale la divisione dei compiti tra le forze di polizia e quelle di sicurezza: da una parte chi ha cominciato un’indagine, affidandone i primi risultati al sostituto procuratore della Repubblica Antonio Bianco e messo sotto sequestro le armi; dall’altra chi ha messo in sicurezza l’area, tagliando dei rami e creando una griglia in legna, prima di recintare tutto con la classica fettuccia biancorossa. Vietato oltrepassare.

Le prime ipotesi raccontavano di ordini bellici della prima o al massimo della seconda guerra mondiale, in un secondo momento è diventato più probabile che si trattasse di munizioni e armi molto più vicine nel tempo. Probabilmente nascoste da un cacciatore o da un collezionista, forse per evitare che il materiale gli venisse trovato in casa. Ma per il momento si tratta soltanto di ipotesi. Sicuramente l’antro è raggiungibile con una certa facilità e non è complicato nemmeno entrare a verificare cosa c’è. La zona è un po’ fuori mano, ma non manca chi vuole raggiungere questa conosciutissima malga situata a 1530 metri capace di ospitare anche un agriturismo, che svolge servizio di bar e ristorante, oltre che offrire un certo numero di posti letto.

Sarà il pubblico ministero Bianco a decidere se aprire o meno un’inchiesta sulla base della relazione che i carabinieri sanvitesi gli consegneranno già nelle prossime ore. Sarebbe interessante capire a chi appartengono quelle armi e il motivo per cui sono state ritrovate in quel luogo. La zona del ritrovamento non è più raggiungibile senza scavalcare la recinzione che delimita la zona di rispetto, nel frattempo si sono concluse le operazioni di pulizia del sentiero.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi