Rivamonte, candidature ancora al palo: è rischio commissariamento
RIVAMONTE. Deon nicchia, Todesco non parte, Fossen e Laveder si smarcano. Questa volta è il turno di Rivamonte nel fare i conti con le difficoltà ad allestire delle liste da presentare alle comunali del 12 giugno.
Se cinque anni fa le possibilità che Nino Deon (poi diventato sindaco) si candidasse erano alte già a inizio primavera, in questa tornata tutto appare più indefinito e il rischio del commissariamento è concreto.
La storia di Selva di Cadore insegna tuttavia che le sorprese sono sempre dietro l’angolo: a metà agosto 2021 sembrava che sotto il Pelmo non si muovesse alcunché e poi nel giro di pochi giorni si sono materializzate due compagini.
Succederà anche a Rivamonte? Al momento sembra difficile. Il sindaco attuale Nino Deon non si espone, ma le riflessioni sono comunque in corso. Da capire se sulle valutazioni sue e di chi sarebbe disposto a seguirlo per cercare un secondo mandato peserà di più la fatica di questi anni dovuta anche alle dure critiche della “minoranza interna” di Giuliano Laveder ed Ernesto Fossen o la voglia di portare a termine progetti e programmi avviati. Stando a quanto affermano, Laveder e Fossen chiuderanno qui la loro avventura amministrativa e non si cimenteranno nella costruzione di liste. La polemica nei confronti dell’operato del sindaco, invece, non si ferma.
«Non farò liste», assicura Fossen, «spero solo che, se Deon presenterà la sua, qualcuno ne faccia un’altra in alternativa. Se sarà così voterò la seconda, altrimenti non andrò nemmeno a votare e sarebbe la prima volta nella mia vita. Sono stato in amministrazione altre quattro volte, ma quanto accaduto in questi cinque anni non lo avevo mai visto. In passato si discuteva, ci si confrontava anche duramente, ma poi tutto finiva. In questo mandato i consigli comunali sono stati semplicemente delle assemblee in cui i consiglieri hanno ratificato, alzando la mano, delle decisioni già prese. Serve più confronto, anche con i cittadini, per spiegare il perché delle decisioni, i soldi che vengono spesi e non spesi. Io, per esempio, vorrei capire a quanto ammontano i proventi dei lotti boschivi venduti nel post-Vaia. Corrispondono a quanto preventivato o no?».
Mentre anche Laveder si sfila invocando però chiarimenti sull’iter di tanti progetti in corso, l’ex sindaco Valter Todesco sta sciogliendo gli ultimi dubbi. La bilancia, però, pende decisamente più sul no. «Al 99% è no», dice infatti, «mentre fuori comune ricevo attestazioni di stima e inviti a ricandidarmi, in paese non percepisco una spinta affinché io torni in amministrazione».
Al momento, dunque, gli scenari possibili sono due: o si verifica quanto avvenuto a Cencenighe nel 2017 quando non ci fu alcun candidato o si presenta solo Deon, ma, con il quorum al 50%, l’elezione potrebbe risultare un’impresa.
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