«Rivedere la Delrio e riformare il Paese Renzi può farlo»
BELLUNO. L’importanza di proseguire il percorso delle riforme avviato da Matteo Renzi. La necessità di rivedere la legge Delrio e l’assetto dei poteri locali. Alle comunali «il nostro avversario è il centrodestra, l’importante è che vinca il centrosinistra».
Piero Fassino arriva nel capoluogo ai piedi delle Dolomiti per sostenere la candidatura di Matteo Renzi a segretario del Partito Democratico. Partecipato, l’incontro di ieri sera in sala Luciani, al centro Diocesano. Ad aprire la serata sono stati il coordinatore provinciale della mozione Renzi-Martina, Sebastiano Casoni, la segretaria provinciale Erika Dal Farra e il parlamentare Roger De Menech. Nei saluti del candidato sindaco del Pd, Paolo Bello, arriva subito il primo affondo da campagna elettorale: «Non ci nascondiamo dietro un finto civismo, il partito è una risorsa e non un problema, è uno strumento e non un ostacolo. Non è decolorando le nostre facce che modifichiamo la nostra azione politica».
Piero Fassino conosce bene Jacopo Massaro. Hanno lavorato fianco a fianco in Anci. Cosa ne pensa della situazione che si è creata a Belluno, con un centrosinistra che corre diviso per le comunali di giugno? «Noi lavoriamo con due obiettivi», spiega pochi minuti prima dell’inizio dell’incontro pubblico. «Raccogliere attorno al Pd un consenso popolare ampio e far vincere uno schieramento di centrosinistra. Il nostro avversario è il centrodestra».
Fassino è a Belluno a sostegno di Matteo Renzi. Perché lo appoggia?
«Renzi interpreta bene le esigenze di riforma e cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Se vogliamo tornare a crescere economicamente per creare lavoro, rilanciare lo sviluppo, restituire sicurezza e certezze a chi ha visto la sua vita insidiata dalla precarietà, bisogna rimettere in moto la crescita. Serve una politica di riforme coraggiosa, e Renzi rappresenta questa politica».
A proposito di riforme, ce n’è una che ha creato parecchi problemi al nostro territorio. La riforma Delrio sulle Province.
«Serve una revisione della legge Delrio, soprattutto alla luce dell’esito del referendum. È necessario si riapra un dialogo fra Anci, Upi e governo per riprendere in mano tutto il tema dell’assetto dei poteri locali. Sapendo che qualunque sarà questo assetto ci devono essere le risorse necessarie agli enti».
Quella di Belluno è una provincia particolare, interamente montana, stretta fra uno Stato estero, Province a statuto speciale, grandi città di pianura. Come può fare per non soccombere di fronte a questa concorrenza?
«Valorizzando quello che il territorio ha costruito. Questa terra è presidio dell’occhialeria, uno dei più importanti simboli del Made in Italy. Ma c’è anche un patrimonio paesaggistico importante nei confronti del quale bisogna avere attenzione, a fini turistici e non solo».
Una provincia, però, dove ci sono evidenti carenze di infrastrutture. Parliamo di linee elettriche. In Piemonte avete fatto una grande operazione con la linea transfrontaliera da 380 kV, interrata in corrente continua, con la Francia. Come si lavora con potenze come Terna per portare a compimento un’operazione del genere?
«Condividendo progetti in un tavolo di confronto e discussione. Con l’amministratore delegato di Terna ho avuto un ottimo rapporto. È importante sollecitare il confronto, allargato alla comunità, perché oggi le infrastutture si fanno costruendo un rapporto con i cittadini».
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