Rivelò il blitz anti droga un maresciallo nei guai
BELLUNO. Prima ha organizzato il blitz anti droga, poi ha avvisato un sospetto dicendogli di stare lontano dai guai. Rischia di andare sotto processo un maresciallo dei carabinieri, il comandante della stazione di Ponte nelle Alpi Riccardo Restuccia. Il procuratore Francesco Saverio Pavone in questi giorni ha chiuso le indagini e ha chiesto il rinvio a giudizio del maresciallo, che dovrebbe affrontare l’udienza preliminare il 21 marzo. L’accusa è di rivelazione di segreti d’ufficio.
I fatti risalgono all’inizio di agosto del 2013, quando il comandante della stazione di Ponte nelle Alpi (assistito dall’avvocato Danilo Riponti del foro di Treviso) organizzò, e caldeggiò con il Comando superiore provinciale, un’operazione coordinata di polizia per reprimere lo spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi del bar Cooperativa di Ponte. L’idea era quella di mettere in atto i controlli ogni venerdì sera.
In quella zona, infatti, erano stati segnalati giri sospetti e l’intenzione dei carabinieri era duplice: individuare gli eventuali responsabili e reprimere lo spaccio in paese.
La data scelta per l’operazione anti droga era quella del 9 agosto e qualche sera prima Restuccia prese una decisione che rischia di costargli molto cara. Violando i doveri legati alle sue funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria, il maresciallo rivelò o comunque fece chiaramente capire ad un conoscente cosa si stava preparando. Il conoscente è Matteo Casagrande e il comandante della stazione di Ponte sospettava che l’uomo facesse uso di droghe, soprattutto perché lo aveva visto frequentare persone note per essere dedite allo spaccio. Tolta la divisa e indossati abiti normali, Restuccia andò al bar Cooperativa dove sapeva di poter trovare Casagrande e infatti lo incontrò.
Avvicinatosi al conoscente, Restuccia avrebbe pronunciato una frase che, più o meno, suonava così: «Occhio nel week end, o venerdì o sabato, occhio alle compagnie, Casagrande. Stai attento e fatti i cazzi tuoi».
La violazione del segreto non durò a lungo, perché Restuccia fu presto denunciato per questa mossa azzardata e come elementi di prova il procuratore della Repubblica di Belluno, Pavone, ha raccolto testimonianze e ottenuto tabulati telefonici.
Riccardo Restuccia, nato a Roma nel 1973, lavora ed è residente a Ponte nelle Alpi già da qualche anno e finora non aveva mai avuto problemi di nessun tipo. Ora il maresciallo e il suo avvocato potranno produrre una memoria attraverso la quale spiegare la loro versione dei fatti e il motivo dell’incontro con Casagrande.
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