Roccon: «Da Ponte nelle Alpi partiti due foreign fighters»

BELLUNO. «Un’operazione deleteria». Non ha dubbi, Franco Roccon, candidato sindaco della lista Civiltà bellunese. Un nome, un programma. «Una questione delicata come questa non può passare solo in...

BELLUNO. «Un’operazione deleteria». Non ha dubbi, Franco Roccon, candidato sindaco della lista Civiltà bellunese. Un nome, un programma. «Una questione delicata come questa non può passare solo in giunta e commissione, se ne deve discutere anche in consiglio comunale, ammesso che Massaro abbia ancora i numeri viste le continue defezioni dalla sua maggioranza», spiega Roccon. Sarebbe successo, se uno dei presenti in commissione avesse espresso un voto contrario. L’astensione e la non partecipazione al voto di cinque componenti (Zoleo, Pingitore, Balcon, Marchese, Bortoluzzi) hanno fatto passare il provvedimento all’unanimità. Mercoledì a Palazzo Rosso ci sarà spazio solo per le dichiarazioni di voto.

«La scelta fatta è sbagliata, perché si lascia un’eredità pesante alla prossima amministrazione», continua Roccon. «Sarebbe stato opportuno rinviare la decisione visto che siamo in scadenza di mandato. Avere un centro islamico alla caserma Piave implicherà la presenza continua delle forze dell’ordine, che così non potranno essere da altre parti del territorio. Siamo sicuri che alla città servisse proprio questo?». Roccon è preoccupato: «Magari adesso viene spacciato per centro culturale, poi però dentro le persone si inginocchiano e pregano. Non è una moschea questa? Non dimentichiamo che due foreign fighters (combattenti stranieri, ndr) sono usciti da un’aggregazione culturale presente a Ponte nelle Alpi».

Si dichiara profondamente contrario all’operazione anche il candidato sindaco della Lega Nord Franco Gidoni: «Già alla Piave abbiamo un centro sociale, adesso ci mettiamo anche quello islamico», dice. «Mi si passi la battuta. Un’operazione del genere, fatta a fine mandato, sa di spot elettorale, forse perché era stata fatta una promessa a qualcuno. Però è un’operazione che mette in difficoltà la città. E siamo sicuri che un centro islamico si sposi con le altre realtà presenti nel complesso?». Gidoni si chiede anche: «Chi fa parte di questa associazione, dove è registrata, dove si trovi la sede, da chi viene finanziata? Mi auguro che l’amministrazione chiarisca, in fretta, tutto quanto. Io comunque resto contrario a un centro di questo tipo».

Lo è anche l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin: «Se è vero che non tutti gli islamici sono terroristi, è altrettanto vero che tutti i terroristi sono islamici. Non si può quindi sostenere che un centro islamico vada considerato come un qualsiasi altro centro culturale. Sono fortemente contrario a questa autorizzazione anche considerando quanto purtroppo già accaduto nel vicino centro islamico di Ponte nelle Alpi». (a.f.)

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