Roccon: «Mi candido per unire il centro destra»
BELLUNO. Ha bruciato tutti sul tempo ed è determinato a proporsi come punto di riferimento del centro destra. È Franco Roccon il primo candidato sindaco ufficiale alle elezioni amministrative della prossima primavera. Roccon, 56 anni e un lungo curriculum in politica, è coordinatore provinciale del movimento “Indipendenza Noi Veneto con Zaia”, ma tenterà la scalata di Palazzo Rosso con una lista civica che ha già il simbolo e il nome pronti: “Civiltà Bellunese per Roccon sindaco”. Si tratta di un prestito, su gentile concessione di Paolo Bampo che creò “Civiltà Bellunese” in occasione delle amministrative del 1993.
Roccon si appresta ad affrontare la sua quattordicesima elezione «molte delle quali vinte» e quindi non sente l’ansia addosso. «Qualcuno può chiedersi perché mi candido», afferma, «i motivi sono due: le sollecitazioni che mi arrivano da più parti e la consapevolezza di un’esperienza amministrativa notevole». Dal 1990, quando fu eletto in consiglio comunale a Belluno per la prima volta, infatti, Roccon non è mai mancato. Consigliere nel capoluogo fino al 2001, in Regione dal 1995 al 2000, in Provincia dal ’99 al 2001, nel cda di Dolomitibus dal 2001 al 2003, sindaco di Castellavazzo dal 2003 al 2013 più uno da vice sindaco, per 10 anni nel cda di Dolomiti Ambiente e 3 anni a Bruxelles per Unioncamere. Ma soprattutto presidente di Bim Gsp dal 2005 al 2011, gli anni della grande crisi della società che gestisce il servizio idrico bellunese. Dopo quell’esperienza Roccon è tornato al suo lavoro, fa l’agente di commercio ed è presidente dell’Usarci, ma la passione politica non è mai scemata, tanto da candidarsi alle ultime regionali sfiorando l’elezione.
«Le politiche per la città sono ferme da anni», afferma Roccon. «Celeste Bortoluzzi l’aveva capito ma non ebbe il tempo di realizzare i suoi progetti, che io condivido e da lui raccolgo il testimone per questa candidatura». Il programma di Franco Roccon è già pronto a metà, ma l’intenzione è di iniziare presto un giro delle frazioni in 15 tappe per completarlo. «Bisogna partire dalla riorganizzazione degli uffici comunali per dare servizi efficienti». Roccon vuole lanciare un logo simbolo, quello di “Belluno capitale delle Dolomiti” e, accanto a una serie di proposte di base, ha anche progetti ambiziosi, come quello di una cabinovia Vittorio Veneto - Faverghera «per portare sul Nevegal e poi in città un bacino di 3 milioni di persone».
Oltre al turismo, si punta sulla residenzialità per i giovani, «non possiamo essere solo un dormitorio per immigrati», senza dimenticare gli anziani: «Dobbiamo ridare loro sicurezza contro la delinquenza reale e percepita. È necessario dotare i vigili urbani delle armi da fuoco e attivare il servizio notturno. Vanno reinseriti nello Statuto comunale anche i capi frazione, figura sentinella del territorio». Roccon sta analizzando il bilancio comunale e, pur riconoscendo all’amministrazione Massaro «un’egregia azione di risparmio, bisogna fare di più». Roccon suggerisce di sorvolare sulle regalie natalizie, i 18 milioni per la riqualificazione urbana «utili ma in ritardo da un governo gabelliere che ha reso i Comuni poveri». Sportello fondi europei, sicurezza nelle scuole, risparmio energetico e grandi eventi completano il programma pensato finora.
Politicamente Roccon “corteggia” la Lega Nord e afferma: «Il mio progetto è aperto a tutti, io non metto veti a nessuno nè posso riceverli». Insistono i rappresentanti del movimento Luca Cantarutti e Mariangelo Foggiato che sollecita la Lega: «Se sono tornati a cantare insieme Albano e Romina e i Pooh, riuniamoci anche noi, ravviviamo questa fiammella mai spenta. Roccon può essere il candidato giusto a Belluno della Lega Nord». Per la lista è presto, ma ieri c’erano alcuni amici: Celeste Balcon e Luciano Reolon del Patto per Belluno, Paolo Bampo, Walter De Barba, Omar Da Rold, Paolo Tomè, Giorgio Capraro, Paola Pierobon e altri.
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