Rogo sul Fedaia: tutto sotto sequestro

Posti i sigilli alla stazione distrutta dal fuoco. Si indaga su un eventuale dolo, ma non si escludono noie all’impianto elettrico
Di Cristina Contento

ROCCA PIETORE. Impianti bruciati sotto sequestro e cause in corso di accertamento.

Si indaga il giorno dopo il misterioso quanto furioso rogo, che ha ridotto in cenere parte degli impianti di risalita sul Passo Fedaia, distruggendo la stazione di partenza della seggiovia.

I carabinieri di Caprile e della compagnia di Cortina (competenti per territorio) hanno posto sotto sequestro preventivo quel che resta: da individuare ci sono gli inneschi dell’incendio che si è sviluppato ancora sabato notte e che oltre alla stazione ha visto la distruzione di due gatti delle nevi e di una fune della seggiovia stessa. In procura il pubblico ministero Antonio Bianco ha aperto un fascicolo per incendio, ma è chiaro che attende le relazioni degli esperti .

Anche ieri mattina i vigili del fuoco sono tornati a fare un sopralluogo alla luce del sole, per verificare quali potessero essere i punti di innesco delle fiamme e cercare di capire che cosa possa aver dato il via a un simile rogo.

Difficile pensare un unico punto, così come ad ora è arduo anche stabilire se l’incendio sia doloso, dovuto a un fatto accidentale (come un corto circuito) o dovuto a qualche difetto dell’impianto stesso. Certo, un malfunzionamento elettrico è l’ipotesi più semplice da valutare, benchè non si escludano cause diverse: solo al di là del confine, in zona trentina, proprio nei giorni scorsi si sono espresse forti critiche agli impianti sciistici in Marmolada.

Sul posto, ieri mattina, i rilievi del funzionario del distaccamento provinciale di Belluno, Franco Magrin e del capo squadra del distaccamento di Agordo, che la notte di sabato è intervenuto con i colleghi, questi ultimi numerosi (25-30), per lo spegnimento delle fiamme. Un rogo lungo un’ora, che ha reso irriconoscibile qualsiasi possibile alimentazione, seppure accidentale.

L’incendio è stato troppo vasto e sembra quasi impossibile che un impianto del genere possa andare a fuoco per un corto circuito dell’impianto elettrico, considerati i sistemi di sicurezza attualmente esistenti che mandano in blocco tutto. Probabilmente una perizia stabilirà con più certezza la situazione.

Certo è che per la società degli impianti, i danni sono ingentissimi: si parla di almeno due milioni di euro. Oltre ai due gatti delle nevi, sono bruciati anche un cannone sparaneve, materiale per la sicurezza delle piste, attrezzatura varia. Poi ci sono le strutture: la stazione con il primo piano andato distrutto in quanto il rivestimento era in legno.

Stagione compromessa per la società Funivie Marmolada che gestisce gli impianti in quella zona. Mario Vascellari, patron della società, spera che non ci si trovi davanti al dolo.

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