Ronce, i lupi sbranano un’asina gravida
BELLUNO. Brutto risveglio ieri mattina per la famiglia Dal Farra, in località Le Ronce. Il lupo ha attaccato ancora e a rimetterci è stata questa volta un’asina gravida. Paola Dal Farra e i suoi genitori avevano chiesto a Monia Scariot, che vive a Madeago, nel Castionese, di poter avere “in prestito” tre asini, per tenere pulito l’appezzamento di terreno di cui sono proprietari a Le Ronce.
Invece è accaduto il peggio: due animali non sono stati toccati dal predatore, la terza asina è stata sbranata. Il lupo, o i lupi, hanno lasciato a terra solo la carcassa. Poco distante l’asinello, ancora avvolto nella placenta, che non ha fatto in tempo a nascere. Per i Dal Farra una scena straziante. La presenza dell’abitazione, a 70 metri di distanza, e di una rete alta un metro non ha scoraggiato il predatore, che ha saltato il recinto e attaccato l’asina.
«Il lupo ha mangiato oltre un quintale di carne, molto probabilmente non si è trattato di un unico esemplare che ha agito da solo», commentano alcuni componenti del gruppo di azione locale Belluno Alpina, realtà nata per valorizzare e rendere attrattive dal punto di vista turistico le frazioni bellunesi di Ronce, Tassei e Piandelmonte. «Come associazione stiamo cercando di contrastare lo spopolamento di queste località e di avviare progetti che permettano di intercettare fondi per aiutare chi pulisce boschi e prati e chi sistema i sentieri. La presenza del lupo di certo non aiuta, anzi: vanifica tutto l’impegno portato avanti».
La triste scoperta è stata fatta solo la mattina. Nella notte tra sabato e domenica il vento e il forte temporale hanno coperto altri rumori. La famiglia Dal Farra tiene a far presente che tre operai avevano provveduto nei giorni scorsi a sistemare il recinto, che prima ospitava delle pecore. «Ci sono persone che fanno di tutto per tenere pulito il territorio e dare un futuro ai nostri luoghi. Poi accadono fatti come questo e il rischio è che si decida di abbandonare tutto», dicono ancora da Belluno Alpina. «Se l’abbattimento controllato del lupo non è ancora possibile, bisogna comunque avviare un ragionamento con la Regione Veneto per far sì che i fondi per sostenere allevatori e agricoltori vengano stanziati prima, e non dopo eventi tragici».
«Gli animalisti dicono che bisogna tenere gli animali chiusi in stalla durante la notte», commenta Domenico Viel, che abita a Sossai ed è un componente di Belluno Alpina, «ma questo non è possibile, specie durante l’estate: asini, pecore o mucche hanno bisogno di poter pascolare quando è più fresco, quindi la sera o nelle ore notturne. Non si possono costringere gli animali al chiuso: i danni del mancato accrescimento per l’impossibilità di pascolare non sono trascurabili». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi