Ronce vuole sicurezza: tutti in tribunale

Nuovamente minacciati («vi brucio tutti»), i residenti chiedono provvedimenti più restrittivi contro il piromane seriale

BELLUNO. Parole di fuoco: «Stanotte vi brucio tutto». Al sorgere del sole, dopo poche ore di sonno con un occhio aperto e uno chiuso, una trentina di abitanti delle Ronce ha smesso di fare il cittadino spaventato, per cominciare a fare quello che protesta perché i meccanismi della giustizia vanno piano.

Per chiedere alle forze di polizia maggiore sicurezza, alla fine delle ronde, la gente è scesa pacificamente fino alla scalinata del palazzo di giustizia, per essere ricevuti dal procuratore della Repubblica, Francesco Saverio Pavone. Che non era stato avvisato della visita e aveva altri appuntamenti, ma indirettamente ha garantito il massimo dell’impegno, per arrivare a una soluzione del caso del piromane seriale: il 41enne originario di Rovigo e residente in una roulotte piantata in un terreno di sua proprietà a Valdart, perché allontanato da casa per maltrattamenti. L’uomo è stato denunciato a piede libero dalla polizia per l’ipotesi di reato di danneggiamento seguito da incendio, ma i suoi vicini vogliono di più: dal trattamento sanitario obbligatorio in psichiatria alla custodia cautelare in carcere.

Per un paio d’ore, hanno dialogato con il responsabile dell’ufficio di gabinetto della Questura, che ha cercato di capirli e rassicurarli. Non poteva essere una manifestazione, perché andava autorizzata, ma ci somigliava tanto. Tutti ci mettono la faccia, ma solo alcuni anche nome e cognome: «Stiamo facendo delle ronde, come in Alpago per i furti», spiega Francesca Celentin, «non stiamo dormendo più, perché abbiamo paura che ci possa succedere qualcosa, dopo che abbiamo tanto aiutato questa persona. Siamo molto preoccupati e vorremmo maggiore attenzione da parte di polizia e carabinieri, ma anche della procura, perché così non possiamo andare avanti».

Tre incendi, in cinque notti, tra mercoledì 18 e lunedì 23: prima la stalla e il fienile della famiglia Casagrande con la morte di una mucca e diversi animali da cortile, poi la roulotte adibita a deposito di Natalino Nicoletto, infine la baita dell’associazione sportiva Pantera Rosa.

«L’aspetto confortante è che, accanto alla disperazione, c’è grande solidarietà», sottolinea Giampietro De Min, che nella vita ha fatto il poliziotto ed è in pensione, «non siamo in molti lassù, ma ci sentiamo vicini e anche questa iniziativa è stata spontanea. Chiediamo sicurezza e tranquillità, dopo queste notti terribili che abbiamo passato».

Qualcuno aveva scelto le Ronce proprio per la serenità del paesaggio e dell’atmosfera. Una coppia di Padova non riconosce più la zona in cui ha fatto investimenti importanti: «Vorremmo che si muovesse anche l’Usl, perché questa persona vive in condizioni molto precarie, oltre che senza la benché minima utenza o servizio», racconta il capofamiglia, «e poi crediamo sia il caso di provvedere a un trattamento sanitario obbligatorio, che permetta ai medici di curarlo. Capita che sia gentilissimo durante la giornata, poi si trasforma e dà fuoco alle prime cose che trova. Siamo stati minacciati anche stanotte».

Un accendino e un po’ di paglia, magari con l’aggiunta di un combustibile, che potrebbe essere benzina. Basta così poco, per provocare danni enormi: «Noi abbiamo messo diversi soldi, perché stavamo bene e ci sentivamo come a casa nostra. Ma è tutta una settimana che abbiamo paura».

La polizia anche ieri mattina e i carabinieri nei giorni scorsi hanno garantito maggiore presenza. La magistratura deciderà cosa fare.

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