Roulottes come case protestano i gestori dei camping

Per entrare in un’area attrezzata d’ora in poi occorre essere dotati di una autorizzazione edilizia
----- Original Message ----- From: ALESSIO CONFORTI To: Anna Sandri - Il camping Garden Paradiso del Cavallino: un'oasi di relax e divertimento
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BELLUNO. «Ormai in questo paese non mi stupisco più di nulla. Questo provvedimento è l’ennesimo privo di senso. Una vera e propria assurdità».

È un misto di rabbia e incredulità quello suscitato tra gli imprenditori bellunesi del settore campeggio dalla norma inserita nel “decreto del fare” con cui il Governo equipara roulottes, camper e case mobili presenti nei campeggi alle nuove abitazioni. Dopo la reazione di due giorni fa del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che sottolineava la surrealtà di un provvedimento di questo tipo e i suoi effetti «devastanti per l’economia del Veneto», a intervenire sono gli operatori della provincia di Belluno.

In primis Cesare Rizzi, presidente del sindacato turismo all'aria aperta dell'Ascom, nonché titolare del Camping Eden di Falcade. «Sto contattando i bellunesi che conosco a livello parlamentare. Si tratta di un provvedimento che non ha senso. Noi operatori non ne sapevamo nulla e personalmente sono un po’ adirato con chi ci rappresenta, perché mi chiedo come sia possibile che sia passato un errore di questo tipo».

E come Maurizio Vianello, presidente nazionale e regionale della Faita-Federcamping, Rizzi pensa che le righe nel decreto possano essere frutto di uno sbaglio nella "traduzione" della relazione tecnica in norma. «Una trascrizione sbagliata», ha aggiunto, «che forse trova origine nella diatriba che dura da anni tra produttori e installatori di roulottes mobili utilizzate nelle località balneari e date in affitto. Non è una situazione paragonabile a quella dei camping del nostro territorio. Camper e roulottes hanno un libretto e possono circolare. Non sono dei tabià o delle abitazioni».

L’auspicio è quindi quello che la norma contenuta nel decreto, ieri approvato anche alla Camera, sia cancellata. Ma cosa implicherebbe per camperisti e gestori di campeggio che queste “strutture mobili” siano considerate nuove abitazioni? Per accedere a un campeggio per camper e roulottes ci vorrebbe l’autorizzazione edilizia e urbanistica e il titolare di un campeggio avrebbe l’obbligo di dimostrare, caso per caso, che i mezzi mobili sono utilizzati e abitati solo se permessi da gravose pratiche autorizzatorie. «Mi fa pensare la sufficienza con cui vengono fatte le leggi», ha detto ancora Rizzi, «senza guardare le carte». E ricorda che il problema più grosso che affligge i titolari di campeggio è un altro: «La Tares, una mazzata per un’attività come la nostra. Se non cambia non si salva nessuno». Il “decreto del fare” andrebbe quindi a peggiorare altri problemi e a colpire un settore che, in provincia, sta tenendo: nel 2011 le presenze, sia italiane che straniere, per il turismo “plein air” erano state oltre 360 mila nelle venti strutture del territorio. Decisamente più alte di quelle alberghiere. «La norma del decreto non ha alcun senso e alcuna logica», evidenzia Damiano Miari Fulcis, titolare del Park Camping Nevegàl, struttura che funziona e che recentemente ha ingrandito la propria offerta. «I camper sono per definizione fatti per spostarsi ed essere utilizzati in via temporanea. Non vorrei che il provvedimento sia stato fatto per “castigare” chi nelle campagne della pianura ha posizionato case mobili sul proprio terreno. Non è il caso della provincia di Belluno e dei suoi camping. Io ho clienti che lasciano qui da me il camper in inverno perché non sanno dove tenerlo in attesa della bella stagione e di poterlo utilizzare. Ma non si tratta di strutture definibili come nuove abitazioni».

Martina Reolon

Argomenti:campercamping

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