Rsa di Pullir, a novembre scattano 16 licenziamenti

Sono iniziati i tre mesi di Cassa integrazione in deroga concessi alla società Kcs Alcuni dipendenti saranno ricollocati nelle strutture di Pieve di Cadore e Trieste
Di Laura Milano

CESIOMAGGIORE. Cassa integrazione in deroga per tre mesi a partire da agosto. È quella concessa ai dipendenti della Kcs che si è aggiudicata l'appalto per la gestione delle strutture ex psichiatriche per altri tre anni. E quando il paracadute avrà esaurito i tempi, si procederà ai licenziamenti. La previsione, con pochi distinguo per le singole posizioni funzionali, è quella di un esubero di quindici operatori secondo ciò che si determina nel nuovo capitolato d'appalto, in relazione alla chiusura di due strutture a Pullir e soprattutto del calo fisiologico dei pazienti ex psichiatrici. Che dai 180 di vent'anni fa, sono rimasti in 64 di cui 24 trasferiti nelle case di riposo con la quota sanitaria della Regione e con quella alberghiera coperta dall'Usl.

Un doloroso passaggio, quello dei licenziamenti, che era già stato prospettato un anno fa, quando i sindacati avevano cominciato a riunirsi per cercare con i lavoratori e con la società Kcs, una possibile alternativa per non lasciare a casa nessuno. «Al momento si utilizza lo strumento della cassa in deroga che coinvolge i lavoratori a rotazione e che serve per tenere l'organico unito con riduzione di orario», spiega Danilo Collodel, segretario Cgil per il settore delle cooperative. «Ma nel capitolato si prevede un fabbisogno di operatori sociosanitari rispetto agli standard assistenziali, di venticinque unità al posto di 41. Finita la cassa, il passaggio successivo che metterà in atto l'azienda è quello dei licenziamenti. In sede assembleare, con gli operatori, le altre sigle sindacali e la Kcs, si sono discussi i criteri. Mi sembra che alla fine si converga maggiormente nel privilegiare anzianità di servizio e carichi familiari, rispetto all'anzianità anagrafica. Ma da qui ai prossimi mesi ci saranno altri incontri».

Gli operatori sociosanitari sono richiesti dal mercato e a maggior ragione chi ha esperienza sulla salute mentale adesso che 24 ospiti sono accolti nelle case di riposo del territorio, molte delle quali hanno dato disponibilità per inserire più ex-psichiatrici in una stessa struttura. La Kcs che ha sede a Bergamo e che gestisce altre strutture assistenziali nell'area nord-est, ha offerto alcuni posti di lavoro fra Pieve di Cadore e Trieste.

«Nel caso dei centri servizio si è valutato che le proposte di assunzione al momento sono a tempo determinato, cioè si propongono i tre o i sei mesi di lavoro per vedere come va. Ma nessuno dei nostri dipendenti lascia un incarico a tempo indeterminato, quindi il certo per quanto condizionato dal capitolato, per l'incerto», ammette il sindacalista Collodel. «E per quanto si riconosca la disponibilità della Kcs, è difficile pensare che chi ha famiglia qui, accetti di trasferirsi tanto lontano per lavorare».

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