Rubarono i soldi all’autista del bus

Due a processo ma uno resta in attesa della decisione della Corte Costituzionale

FELTRE. Rubati i soldi all’autista del bus. Alan Rossi e Simone De Dorigo sono in tribunale per furto aggravato di una banconota da 50 euro a un dipendente dell’azienda di trasporto pubblico. De Dorigo risponde anche per aver violato gli obblighi di sorvegliato speciale, che gli imponevano di «vivere onestamente e rispettare le leggi» per un periodo di tre anni. Mentre per Rossi il giudice Feletto ha rinviato al 15 maggio davanti alla collega onoraria Cittolin per il calendario delle udienze, l’avvocato di De Dorigo, Marzia Ianese, ha chiesto la sospensione del processo, sollevando la questione della legittimità costituzionale della misura di prevenzione, sulla base della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del febbraio dell’anno scorso: lesiva della libertà di circolazione.

In attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, c’è il rinvio al 14 dicembre. La seconda scelta era l’abbreviato condizionato alla produzione di alcuni documenti: perizia psichiatrica e dichiarazione di avvenuto risarcimento danni con 100 euro. I fatti sono del primo febbraio di tre anni fa. La corriera era parcheggiata al capolinea e il conducente la stava pulendo e controllando, prima di rimettersi in marcia per la corsa successiva. Rossi e De Dorigo sono accusati di aver scaricato la valvola esterna del mezzo, provocando l’apertura della porta d’ingresso: il primo è rimasto all’esterno a fare il palo e il secondo è salito, impossessandosi di un pezzo da 50, che era custodito nel borsello di servizio.

Contestato a entrambi il furto con destrezza e al solo De Dorigo la violazione della misura. L’eccezione del suo difensore si basa sulla sentenza De Tomaso contro l’Italia emessa da Strasburgo. L’uomo era sotto sorveglianza speciale per due anni, sulla base di una valutazione di pericolosità fondata su alcuni precedenti penali e sulle sue frequentazioni malavitose. Doveva «condurre una vita onesta e rispettosa della legge», «evitare di entrare in relazione con pregiudicati» ed «evitare di frequentare bar, discoteche, case chiuse, sale giochi, manifestazioni pubbliche». La Corte europea l’ha dichiarata illegittima e su questo punta anche De Dorigo.

Gigi Sosso

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