Rubò una borsetta, condannato

Un anno di reclusione ad un marchigiano, arrestato a Calalzo in maggio
 
CALALZO.
Nel giro di poche ore riuscì ad aggredire e a rapinare una signora, prendere a botte un maresciallo della Finanza e guidare un'auto senza patente. Non si tratta certo di scene da "Arancia meccanica" di Kubrick, ma di fatti che risalgono al 2 maggio dell'anno scorso.  Teatro della vicenda: il bar "Cooperativa" di Calalzo. Il protagonista fu un 28enne di Macerata, Daniele Bufano, salito in Cadore per assistere alla prima Comunione del nipote. Per quei fatti ieri mattina il giudice delle udienze preliminari Aldo Giancotti ha condannato in rito abbreviato l'imputato, difeso dall'avvocato Francesco Fontana, a 12 mesi complessivi. Il reato di rapina impropria è stato derubricato in furto. Un reato per il quale è stato condannato ad 8 mesi. Per la resistenza a pubblico ufficiale Bufano ha preso 4 mesi. Infine per la guida senza patente l'imputato dovrà pagare una multa da 2000 euro. Il gup ha dunque accolto le richieste del difensore, l'avvocato Fontana. Una buona affermazione per la difesa, visto che il pubblico ministero Massimo De Bortoli aveva chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi (l'imputato era infatti recidivo).  Il giovane era arrivato dalla città marchigiana per assistere alla cerimonia religiosa ed aveva trascorso la notte tra il primo e il 2 maggio in un bar di Calalzo, dove riuscì a rubare una borsetta. Un gesto che però non passò inosservato agli amici della vittima, che si precipitarono fuori dal locale dove l'uomo iniziò ad insultare e ad aggredire la donna. Neppure l'intervento di un maresciallo della Guardia di Finanza, quella sera fuori servizio, bastò a calmare lo scatenato ladro che, ad un certo punto, gli sferrò uno schiaffo sulla nuca. Pronta la chiamata ai carabinieri. Di lì a poco arrivarono sul posto due pattuglie. I militari iniziarono a raccogliere elementi utili per identificare e rintracciare l'imputato.  Le indagini si protrassero fino a quando i carabinieri scoprirono che si trattava di un uomo originario di Macerata, giunto in Cadore per assistere alla comunione di un nipote. Il giorno dopo, le pattuglie in borghese parteciparono alla cerimonia, individuando in chiesa l'uomo che si muoveva con circospezione. Lo fermarono all'uscita e lo accompagnarono in caserma.  All'uomo furono subito contestati diversi reati: la rapina impropria, la resistenza aggravata a pubblico ufficiale, l'ingiuria alla proprietaria della borsetta rubata e la violazione dell'articolo 116 del codice della strada per guida senza patente poiché mai conseguita.  L'uomo fu poi arrestato e messo ai domiciliari. Il provvedimento cautelare richiesto dai militari dell'Arma, e condiviso dal pubblico ministero e dal giudice delle indagini preliminari, fu accolto per il pericolo di reiterazione del reato, considerata la recidiva. L'uomo aveva infatti compiuto altri reati negli anni precedenti.

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