Rustici da salvare a Solivo parte la riqualificazione

Arsiè, il team di progettisti studia una mostra sul borgo mentre si cercano finanziamenti per l’albergo diffuso
Di Francesca Valente

Le proposte ci sono, i “metaprogetti” anche. Non rimane che crederci e prendersi – senza perdere - un po' di tempo per realizzarli.

Solivo non è l'unico borgo del Feltrino che sta subendo da anni un devastante processo di abbandono e spopolamento. Ma è da Solivo che parte la proposta di un team di architetti tutto feltrino per la “Rigenerazione dei rustici del territorio”. «Ho frequentato queste zone fin da giovane, ma quando ci sono tornato tre anni fa ho trovato un ambiente completamente trasformato», spiega Marino Guadagnini, coordinatore del gruppo formato dalla figlia Serena, da Carlo Celotto e Agostino Cossalter, «il bosco ha completamente invaso il paese, le abitazioni sono soffocate da alberi e piante, gli edifici si sono trasformati in elementi strani, con innesti contemporanei in strutture di rurali antiche». Molte di queste sono sfregiate dal cartello “Vendesi”.

«Se non interveniamo prontamente, qui come altrove, ci ritroveremo davanti a scenari da archeologia rurale. Per questo abbiamo deciso di dar vita al progetto, coordinato da un team di quattro architetti, con proposte concrete per tradurre in realtà le tante ipotesi di riqualificazione del borgo di Solivo». Il processo si divide in tre fasi: la prima, quella esplorativa, è attualmente in corso e prevede lo studio dei metodi, lo stimolo degli abitanti (finora ottenuto grazie a tre incontri frazionali, il cui ultimo sabato sera, sempre più partecipati), l'analisi delle caratteristiche architettoniche, urbanistiche e rurali del territorio, l'individuazione dei soggetti promotori. Nella fase successiva si provvederà al censimento dei vari lotti, l'individuazione della loro destinazione d'uso, la mappatura dell'area. Quindi andranno trovati i sostenitori, non solo privati ma anche pubblici, a partire dai vecchi proprietari delle case e dei terreni, per mettere sul tavolo l'attuazione di un progetto di vera e propria riqualificazione della borgata, con l'obiettivo di farla rinascere, letteralmente.

«Ci piacerebbe cominciare da una mostra fotografica con gli scorci di un tempo», prosegue Guadagnini sventolando le fotografie scattate anni addietro tra i Solivi, «per farlo chiediamo la collaborazione di chi a casa conserva ancora immagini di quel passato».

L'intermediario tra i residenti e i professionisti è Nicola Dall'Agnol, 22 anni, animatore di Fastro e studente che si è messo a capo dell'operazione di riscoperta della storia di Solivo e della sua futura – e prossima - valorizzazione. «Successivamente ci piacerebbe recuperare i vecchi sentieri, come quello che arriva fino a cima Campo, per poi trovare dei partner istituzionali con cui organizzare degli eventi di caratura, come l'inserimento nella “Scala dei sapori” o la festa di sant'Antonio, patrono di cui quest'anno ricorre il quinquennale», immagina l'architetto.

Le idee sono tante e l'interesse non manca. A mancare, come ovunque accade, sono i finanziamenti: «L'albergo o l'ospitalità diffusa sono progettualità premiate a livello europeo e regionale da finanziamenti dedicati», precisa l'architetto, «tante opportunità sono contenute anche nel nuovo Piano di sviluppo rurale. Bisogna informarsi attraverso i canali istituzionali, come il Comune, per capire quali risorse è possibile intercettare».

L'idea di far partire tutto questo proprio da Solivo nasce dall'antica vocazione per la viticoltura, che nei decenni passati l'aveva resa una zona all’avanguardia in tutto il Feltrino.

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