Sabato docenti in piazza contro la “Buona scuola”
BELLUNO. Il popolo della scuola tornerà in piazza sabato mattina. E lo farà a livello regionale con una manifestazione che si svolgerà davanti a palazzo Labia, sede della Rai di Venezia.
La protesta unitaria di tutte le sigle sindacali è contro la legge 107, meglio conosciuta come “Buona scuola”. «Vorremmo che fosse una buona scuola», dicono Walter Guastella della Flc Cgil e Livio D’Agostino della Gilda degli insegnanti, «ma non lo è quella disegnata dal premier Renzi».
La manifestazione inizierà alle 11 e si protrarrà fino alle 16. Emblematico lo slogan della giornata: “Facciamo la festa alla buona scuola di Renzi”.
È previsto l’arrivo di 500 persone, alcune decine anche dalla provincia di Belluno. «Abbiamo già riempito, come Flc Cgil alcune auto», dice Guastella, che evidenzia alcuni dei limiti che questa riforma sta imponendo agli istituti scolastici, mettendo a rischio la stessa offerta formativa delle scuole.
«Uno dei problemi di quest’anno è stata la confusione che si è creata nell’assegnazione delle supplenze fino al 30 giugno. Per effetto di alcune note un po’ confuse e contradditorie del Miur e dell’ufficio scolastico regionale, qualche dirigente scolastico ha assunto fino all'avente diritto, vale a dire senza dare la certezza del contratto fino al 30 giugno, come invece avrebbe dovuto», precisa Milena Zucco della Gilda. «Ciò significa che la persona assunta sa che la sua posizione in graduatoria potrà cambiare con gli aggiornamenti delle liste, e quindi perdere il posto. E questo, oltre al disagio per i ragazzi, implica anche la possibilità dell’insorgere di vari contenziosi».
Ma non finisce qui. «Non dimentichiamo che, per effetto della legge di stabilità 2015, l’assistente amministrativo e quello tecnico non potranno essere sostituiti in caso di necessità. Nemmeno se dovessero essere assenti per tutto l’anno», sottolinea il segretario della Flc Cgil, che prosegue nella disamina di ciò che potrebbe comportare questa situazione. «Come organizzazioni sindacali, per i bidelli siamo riusciti, a ottenere una deroga, speriamo questo possa avvenire anche per gli assistenti. L’assistente tecnico è fondamentale per l’accesso ai laboratori: senza di lui il preside sarà costretto a tenerli chiusi. L’assistente amministrativo garantisce invece alcune funzioni fondamentali, come il pagamento degli stipendi per i supplenti».
Cresce il timore, infine, che «la fase “C” delle assunzioni, riservata ai potenziamenti di alcuni insegnamenti, si riduca a una farsa. Tali potenziamenti, infatti, potrebbero non essere tali, se dovessero arrivare docenti di altre materie, perché si devono esaurire le graduatorie. Alla fine quegli insegnanti sarebbero utilizzati soltanto per supplenze, cioè come tappabuchi».
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