Sabotaggio ai cannoni di Portavescovo

Tranciati da una mano esperta i cavi di controllo dell’innevamento artificiale lungo le piste Ornella, Salere e Fodoma
LIVINALLONGO. Sabotaggio all’impianto di innevamento a Portavescovo. Ignoti tagliano i cavi che comandano i cannoni sulle piste Ornella, Salere e Fodoma.


L’episodio è stato scoperto nei giorni quando i tecnici della Sofma, la società che gestisce gli impianti di Portavescovo, hanno cominciato a testare il funzionamento dell’impianto di innevamento. Ed è stato questo il momento in cui si sono accorti che qualcosa non andava.


Il sofisticato sistema di controllo della fitta rete di cannoni segnalava un guasto su ben tre piste: la Ornella, la Fodoma e la Salere. Con queste informazioni ed individuati punti della rete dove era segnalata l’anomalia, i tecnici si sono recati sul posto per verificare cosa potesse essere accaduto.


Alla base di ogni cannone c’è un pozzetto in cemento interrato dove sono collocati i comandi elettrici ed idraulici che ne permettono il funzionamento. Apparentemente sembrava tutto in ordine, ma il sistema continuava a segnalare una mancanza di comunicazione. Così i tecnici hanno cominciato a smontare le canalette nei quali corrono i cavi elettrici. E qui la scoperta dell’amara sorpresa: il cavo di collegamento fra i vari cannoni, grazie al quale da una centrale di controllo è possibile ricevere dati essenziali come la temperatura e l’umidità dell’aria, la pressione dell’acqua ed anche comandare l’accensione e lo spegnimento in automatico dei cannoni, era stato tranciato di netto.


Non certo opera di qualche topo. Ma un taglio preciso, fatto evidentemente con un utensile come una forbice o un tronchesino. L’ispezione degli altri due pozzetti ha dato lo stesso esito. Anche qui il cavo, sempre lo stesso, era stato tagliato, “isolando” così l’intera pista. In un caso l’ignoto o gli ignoti autori del sabotaggio, hanno persino asportato uno spezzone del cavo.


Un’azione che può essere stata fatta solo da una mano esperta. In tutti e tre i pozzetti infatti, le canaline passacavi sono state aperte e richiuse in maniera meticolosa e precisa. Addirittura avendo la precauzione di rimettere in perfetto ordine le guaine che proteggono dalle infiltrazioni d’acqua. La zona dove sono avvenuti i sabotaggi si trova in quota ed è raggiungibile solo con dei mezzi fuoristrada. «Chi ha compiuto questo gesto – spiega il direttore di stazione della Sofma, Francesco Martini – sapeva bene dove mettere le mani e lo ha fatto con l’intenzione di fare un danno mirato. Ad essere manomesse infatti, sono state le linee che comandano tre piste strategiche. La Salere è la pista principale che serve per il collegamento della Sellaronda verso il Pordoi. La Fodoma è la nostra “punta di diamante”, la nera più richiesta e conosciuta. La Ornella è una pista facile, molto frequentata dai meno esperti e da quanti ritornano dalla Marmolada. Difficile se non impossibile dire quando può essere stato compiuto il gesto. L’innevamento è stato chiuso ad aprile. Ed anche quando i tecnici, qualche settimana fa, sono andati a montare le valvole idrauliche nei pozzetti non si sono accorti di nulla. Resta la magra consolazione del poter dire all’ignoto sabotatore che gli è andata male, in quanto i nostri tecnici hanno scoperto in tempo la malafatta e non c’erano ancora temperature così basse per sparare a pieno ritmo. Così il danno sarà di qualche centinaio di euro. Peggio sarebbe stato se ce ne fossimo accorti più tardi, magari alla vigilia di giornate fredde».


La Sofma ha subito sporto denuncia del fatto alla stazione carabinieri di Arabba per danni ed interruzione di pubblico servizio, considerato che l’innevamento è a servizio degli impianti. «Non abbiamo idea di chi potrebbe aver fatto questo», conclude Martini. «Non abbiamo mai avuto casi del genere in tutti questi anni in cui la società opera. È comunque un gesto che non danneggia solo la Sofma, ma tutta la vallata. Perché con la neve qui lavorano tutti».


Lorenzo Soratroi


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