Sabotaggio Dolomitibus Massaro affila le armi

Il Comune si costituirà parte civile in un eventuale processo contro gli autori «Studenti e lavoratori furono abbandonati: non lasceremo correre»

BELLUNO. Il Comune di Belluno contro i sabotatori di Dolomitibus: il sindaco è pronto a costituirsi parte civile per i disagi creati il 24 gennaio, quando un pullman della società era stato posto di traverso del cancello di ingresso, impedendo così ai mezzi di entrare ed uscire. In quell’occasione tutte le corse del mattino erano saltate, lasciando a piedi studenti e lavoratori in tutta la provincia: centinaia di persone.

E di fronte a un disservizio così forte, «che ha visto tantissimi bambini restare fermi alla fermata dell’autobus senza genitori, non possiamo rimanere inermi», attacca il sindaco Jacopo Massaro, che proprio ieri mattina, tramite l’Avvocatura civica, ha depositato in Procura l'istanza per essere informato sugli sviluppi dell'inchiesta tutt'ora in corso.

Le persone coinvolte in quell’atto che ha paralizzato i collegamenti del Bellunese rischiano di essere accusate di tre reati: danneggiamento dell’autobus usato per bloccare l’uscita degli altri mezzi dal piazzale; interruzione di pubblico servizio a danno dell’utenza, studenti e lavoratori in particolare; violenza privata nei confronti dei colleghi che avrebbero voluto iniziare il lavoro, ma sono dovuti restare fermi a lungo, prima che la situazione si sbloccasse.

Una situazione di tensione che si era creata all’indomani dell'acquisizione del 39,5% delle azioni della società da parte di soci privati: i lavoratori dell’azienda avevano messo in atto una serie di proteste che hanno dato luogo a pesanti disservizi a discapito soprattutto delle fasce sensibili come gli studenti.

A seconda dell'esito dell'inchiesta, il Comune valuterà se costituirsi parte civile. «Non è possibile», dice Massaro, «che in un territorio montano come il nostro, che già presenta problemi di spostamenti, siano stati pianificati disservizi che hanno colpito gli studenti, soggetti doppiamente “deboli”, in quanto minori e in quanto dipendenti dal trasporto pubblico, per di più ostacolati nel recarsi a scuola. Ricordo che in tutta la provincia, e particolarmente nel capoluogo, decine di ragazzi furono lasciati a piedi. Si parla di interruzione di un servizio essenziale per cui non possiamo far finta di nulla. Come Comune intendiamo tutelare il dovere/diritto dei ragazzi al trasporto scolastico, che a nostro avviso non è secondo al diritto dei lavoratori di esprimere il proprio dissenso rispetto alle scelte aziendali di Dolomitibus. Per questo, valuteremo in questo senso se costituirci parte civile».

Dello stesso avviso anche il sindaco di Feltre Paolo Perenzin e l’assessore alla mobilità Luciano Perco: «È prematuro decidere il da farsi, ma non appena conosceremo l’esito delle indagini, agiremo. Sicuramente un episodio come quello accaduto a gennaio non può passare sotto silenzio». (p.d.a.)

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