Sacchet e Vicari Sottosanti premio al loro impegno

La comunità di Longarone ha consegnato il riconoscimento al medico del paese e al docente e scrittore, attivi nel volontariato e di esempio per i giovani

LONGARONE. Agostino Sacchet e Antonino Vicari Sottosanti insigniti del decimo Premio Longarone consegnato sabato sera nell’ambito delle manifestazioni per il 53esimo anniversario del disastro del Vajont.

Il primo docente e scrittore, l’altro medico di base: due storie diverse ma accomunate dall’avere dato molto alla comunità longaronese, come spiegato dal sindaco Roberto Padrin e dal consigliere Francesco Croce che ha puntato molto sul loro attivismo per il paese come esempio per le giovani generazioni.

L’ex sindaco Gioachino Bratti ha tracciato una doppia biografia, con l’aiuto delle foto del circolo Recalchi e dei famigliari dei premiati, con intermezzi musicali del liutaio Gafias.

Vicari, nato nel 1936, è arrivato dalla Sicilia dove ha studiato medicina. Giunse a Longarone nel 1966 come assistente del medico condotto Gianfranco Trevisan morto poi tragicamente in quell’anno con l’alluvione che lo travolse nel ponte sul Maè. Vicari prese il suo posto fino al 2006, anno della pensione.

Nonostante le origini non locali, è stato molto amato dai pazienti, che lo hanno ricordato nella serata, in particolare nella frazione di Igne con Gino Bez che ha portato alcune simpatiche testimonianza di affetto. Il suo impegno a Longarone gli ha fatto ricoprire cariche come quella di consigliere comunale, la presidenza del Calcio, Veloce Club Longarone, Pro Loco, primo alla guida di Longarone Fiere e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Vajont. «Quando ho conosciuto il dottor Trevisan – ha detto commosso il premiato - ho subito notato la sua grande sensibilità. Nei miei decenni di carriera ho dato tanto ai miei pazienti, in particolare ai superstiti del Vajont. Per loro il mio impegno non è stato solo quello di una semplice cura prescrivendo ricette e farmaci ma usando parole e momenti di conforto».

Sacchet, nato nel 1948 a Longarone, da giovane si è subito inserito nel volontariato come maestro di coro, attività che continuerà con successo in tante formazioni, negli amati scout e nei vigili del fuoco volontari, settori in cui più avanti scriverà diversi libri.

Dopo il trasferimento a Ponte nelle Alpi ha intrapreso la carriera di docente in scienze forestali ma il legame con il paese d’origine non è mai venuto meno. Molti infatti sono stati i suoi scritti da giornalista dedicati alla storia locale, anche di Castellavazzo, noti in particolare quelli sul giornale “L’amico del Popolo”.

Tanti anche i libri sul Vajont, tra cui quelli realizzati per la Pro Loco e quello sulla sequoia di Faè. Negli ultimi anni la malattia non lo ha fermato, anzi ha rinforzato il suo impegno con la vicepresidenza dell’associazione bellunese dei malati di Parkinson e non ha comunque smesso di viaggiare per il mondo come ha ricordato uno dei figli.

«È un traguardo inaspettato questo premio – ha detto - che ricevo dal mio paese natale. Significa che il mio lavoro è stato apprezzato e ho quindi il dovere morale di continuare ancora».

Il programma delle cerimonie che ricordano il Vajont prosegue venerdì con la rappresentazione teatrale alla palestra di roccia di Erto, dal titolo «Vajont. Quando lassù».

Enrico De Col

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