«Safilo gestirà il piano assieme al sindacato»
LONGARONE. Saranno 16 gli impiegati di Safilo interessati dalla “rigenerazione dei talenti” e per questi si prospettano percorsi condivisi con i sindacati.
Il che significa che o saranno sottoposti a corsi di formazione con la possibilità di fare un passo in avanti nella loro professionalità o passeranno in produzione, mantenendo però invariato stipendio e inquadramento.
È quanto definito ieri mattina al termine dell’incontro tra i segretari di Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil e rsu da un lato e i vertici aziendali dall’altro. Il confronto era stato sollecitato dalle parti sociali dopo che alcuni lavoratori avevano ricevuto la proposta di passare al lavoro come operai o di uscire dall’azienda agganciando la pensione.
I sindacati avevano diffidato l’azienda dal proseguire su questa strada, chiedendo subito un incontro chiarificatore.
I rappresentanti dei lavoratori, al termine del vertice in cui sono state forniti ulteriori dettagli relativi alle aree interessate dal piano aziendale, si dicono abbastanza soddisfatti, soprattutto perché «ogni passo d’ora in avanti sarà concordato tra le parti», dichiarano.
L’azienda, dal canto suo, fa sapere che «le parti hanno condiviso un percorso da portare avanti congiuntamente per la gestione dello stabilimento in prospettiva e nella direzione del piano Safilo 2020».
Messa al bando, quindi, ogni fuga in avanti di Safilo, come invece era accaduto nei giorni scorsi.
Ma il piano, comunque, non si fermerà a queste figure impiegatizie, coinvolgendo da qui fino al 2020, così come indicato anche nel programma industriale, altri 40 addetti di vari settori dello stabilimento longaronese, a cui si aggiungeranno anche le assunzioni di nuove figure come gli ingegneri.
Martedì, intanto, è previsto un altro incontro tecnico e mercoledì si svolgeranno le assemblee sindacali con i dipendenti in cui Femca, Filctem e Uiltec spiegheranno nel dettaglio, questa volta, il piano. Resta sul tavolo la necessità, più volte ribadita proprio dall’azienda, di cambiare qualche profilo, per poter avviare questa “rigenerazione” prevista per il 2020.
Da quanto è emerso a coloro che saranno mandati in produzione non sarà toccato nè lo stipendio nè l’inquadramento di cui godono attualmente, mentre per coloro che le parti sociali e l’azienda giudicheranno idonei, si potranno aprire dei percorsi di riqualificazione e formazione per poter aumentare le loro competenze, con eventuali aumenti anche di stipendio, in correlazione con il nuovo compito. I sindacati fanno comunque sapere che non ci saranno esuberi.
Se per i sindacati quello dell’azienda rappresenta un passo indietro rispetto alla posizione iniziale, per alcuni dei lavoratori interessati da questi cambiamenti resta alta, evidentemente, la preoccupazione per il loro futuro.
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