Safilo Longarone, orario ridotto contro gli esuberi
LONGARONE . Lavorare meno ore per lavorare tutti. E mettere quindi da parte l’ipotesi esuberi.
Alla Safilo di Longarone verrà avviata una modifica degli orari di lavoro. Le modalità sono ancora in via di definizione, ma sindacati e azienda hanno cominciato a discuterne ieri, nel primo di una serie di incontri. E sul tavolo ci sarebbe anche la possibile apertura della cassa integrazione ordinaria.
L’obiettivo è evitare la perdita di posti di lavoro. Nei giorni scorsi si era infatti appreso da una nota aziendale che il surplus di capacità produttiva negli stabilimenti italiani della Safilo è pari al 15%. Ed era emerso anche un altro dato, quello relativo agli esuberi, che solo per lo stabilimento di Longarone sarebbero 206.
«L’aspetto positivo dell’incontro di oggi (ieri, ndr) è dato dal fatto che l’azienda non ha parlato né di esuberi né dell’attivazione di procedure di mobilità, ma ha dato la propria disponibilità a lavorare insieme per la revisione degli orari di lavoro», commenta Rosario Martines, segretario della Uiltec Uil. «Di fatto, allo stato attuale ci sono più dipendenti rispetto alle ore di cui l’azienda ha bisogno per la produzione, visto che si riscontra un calo di volumi».
Riducendo l’orario di lavoro si può far fronte a questo problema, garantendo a tutti il mantenimento del posto. «Abbiamo messo sul tavolo diverse ipotesi», dice ancora Martines con Nicola Brancher, segretario della Femca Cisl. «Si è parlato di part time su base volontaria e del passaggio da due turni a un turno unico, con gestione giornaliera».
Nei prossimi giorni le rsu terranno le assemblee con i lavoratori per spiegare la situazione. Un’altra assemblea è già in programma martedì 30 gennaio con i segretari delle tre sigle sindacali.
«L’azienda ha anche ipotizzato l’apertura della cassa integrazione ordinaria, che solitamente viene chiesta quando c’è un calo produttivo», continua Martines. «Non si parla, comunque, di riorganizzazione né, tantomeno, di ristrutturazione. Per usare una metafora, stiamo dando la giusta cura a una persona malata, con l’obiettivo di bloccare l’emorragia. Speriamo vivamente che ci siano poi segnali positivi».
La necessità di ridurre l’orario di lavoro riguarderebbe alcuni reparti, nei quali si potrebbe attivare il part time verticale o orizzontale.
«Tutto è ancora in via di definizione», precisano i due segretari. «La scorsa settimana abbiamo già incontrato i dipendenti di Longarone per far loro presente lo stato di cose», conclude Martines. «Martedì prossimo ci sarà un ulteriore momento di confronto». Allo stato attuale c’è uno stretto dialogo tra l’azienda e le parti sociali anche per efficientare la produzione, fermo restando l’appoggio al piano industriale 2020.
Martina Reolon
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