Safilo, non c’è accordo per i 43 del “reparto resi”
LONGARONE. Nessun accordo, ieri, nel corso di un vertice fra organizzazioni sindacali e Safilo, per la ricollocazione di 43 dipendenti dello stabilimento di Longarone in carico al reparto “resi”, da qualche tempo integrato nella sede centrale di Padova.. A dirlo sono le organizzazioni sindacali, che rinviano eventuali decisioni dopo l’assemblea che si svolgerà lunedì a Longarone. Sulla vicenda, però, resta un certo riserbo da parte delle parti sociali che precisano che, se anche l’accordo non è stato trovato, resta comunque aperto il tavolo della trattativa.
Da quanto è trapelato, infatti, l’azienda avrebbe offerto, tra le soluzioni al problema, il trasferimento a Padova di parte dei lavoratori, mentre per i rimanenti si è prospettata una ricollocazione nell’organico di imprese dell’indotto dell’occhialeria bellunese, o addirittura la cassa integrazione ordinaria.
I sindacati si dicono contrari al trasferimento in terra padovana, anche perché il 50% di questi dipendenti sono a part time e partire da Belluno per fare soltanto quattro ore di lavoro rischierebbe di diventare anche antieconomico.
Ma il punto su cui Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil si sono detti irremovibili è «trattare su esuberi. Non possiamo sederci ad un tavolo in cui si parla di esuberi o di trasferimento di parte dei dipendenti», precisano Denise Casanova e Rosario Martines, rispettivamente segretari della Filctem e della Uiltec. «Non accettiamo che i lavoratori vengano “spacchettati”, divisi. O si discute di tutti i dipendenti, o non ci sarà possibilità di trovare un accordo», ribadisce Casanova.
La richiesta delle organizzazioni sindacali, infatti, è che per i 43 dipendenti del settore “resi” venga trovata una collocazione all’interno dello stabilimento produttiva di Longarone, scartando quindi ogni eventualità di trasferimento o altre scelte.
Della necessità di trovare una nuova collocazione agli addetti di quel reparto si parla da oltre un anno, come si parla della possibilità di avere 200 esuberi all’interno dello stabilimento di Longarone.
La situazione, come si capisce, è in divenire e il clima all’interno della fabbrica bellunese sta diventando di giorno in giorno sempre più pesante. I lavoratori sono molto preoccupati per il loro futuro e queste proposte dell’azienda non contribuiscono a risollevare gli animi. Si vedrà cosa succederà, quindi, alle assemblee previste per la prossima settimana. —
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