Safilo, tutti i lavoratori pronti allo sciopero

Al termine delle assemblee di ieri è arrivato il mandato unanime ai sindacati «L’azienda ricordi che non accetteremo mai accordi preconfenzionati»

LONGARONE. Otto ore di sciopero e una manifestazione generale a Padova se l’azienda non cambierà le proposte sul tavolo, soprattutto quelle relative al ricorso alla mobilità al termine dei due anni di ammortizzatori sociali.

Questo il mandato unanime dei lavoratori dello stabilimento longaronese di Safilo alle organizzazioni sindacali bellunesi al termine della assemblee che si sono svolte ieri mattina e pomeriggio.

Anche Longarone, quindi, conferma il muro contro muro tra i vertici della società e i lavoratori sulla vicenda che vede in forse ben mille posti, appoggiando quanto già emerso venerdì scorso a Santa Maria di Sala, nella prima assemblea dopo i cinque incontri infruttuosi tra le parti sociali . Oggi toccherà a Padova.

Il clima, all’interno della fabbrica di Longarone, resta molto teso, i lavoratori sono molto preoccupati, come comprensibile, per il loro destino che ancora pare avvolto in una nube molto scura.

«Se l’azienda non ci darà risposte sui punti qualificanti della trattativa, ovvero se al termine dei due anni di contratti di solidarietà Safilo continuerà a parlare di esuberi e di mobilità, decideremo lo sciopero», precisano all’unisono Giuseppe Colferai (Filctem Cgil), Paolo Da Lan (Uilm), Nicola Brancher (Femca Cisl).

«All’interno dello stabilimento c’è una preoccupazione che si taglia a fette», prosegue Colferai, «perché ormai è chiara a tutti la gravità della situazione. Dopo la notizia dei mille esuberi è passato quasi un mese e la trattativa non è ancora chiusa. Ma deve essere chiaro che la fretta non è buona consigliera, che non ci sono accordi preconfezionati e che la questione è molto delicata. Tanto delicata che a breve si attende la nuova convocazione da parte di Safilo dove tutti si augurano possano esserci dei passi in avanti.

«I lavoratori hanno condiviso con noi l’assurdità delle proposte dell’azienda», rincara la dose Stefano Facin della Filctem regionale, «cioè sottoscrivere oggi l’esubero strutturale di domani e quindi la conseguente mobilità. Dai segnali attuali è chiaro che l’azienda non vuole fare l’accordo e non solo per difendere gli esuberi e i licenziamenti: non ha nemmeno la volontà di credere a ciò che propone, cioè il rilancio e la gestione organizzativa del lavoro. Safilo ha deciso di abdicare alla funzione propria delle imprese, cioè il fare industria».

«Speriamo che arrivi un segnale di responsabilità da parte dell’azienda entro breve e con proposte accoglibili, desistendo dalla volontà di farci firmare cose inammissibili», commenta anche Paolo Da Lan della Uilm.

«Questa che si prospetta è una battaglia importante che cercheremo di portare a casa da vincitori. Ma non deve essere considerata la vittoria della guerra: quella continua tutti i giorni per tutelare di diritti dei lavoratori», sottolinea anche Nicola Brancher, segretario della Femca Cisl, che intende così lanciare un messaggio ai dipendenti: «Ci vorrà del tempo. Le persone hanno preso coscienza del lavoro da fare da parte delle organizzazioni sindacali e delle responsabilità in capo all’azienda».

Intanto, al termine della settimana in corso si concluderanno i contratti a termine per una cinquantina di lavoratori a Longarone. «L’azienda non ha avuto il coraggio di comunicare agli interessati che li avrebbe lasciati a casa alla scadenza. Questo dimostra che questa società non ha un cuore», stigmatizza Colferai.

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