Saldi a fine gennaio, no di Belluno

Il presidente di Federmoda, Zampieri: «Sarebbe un danno, meglio liberalizzarli»

BELLUNO. No ai saldi invernali a fine gennaio. È ben chiaro l’orientamento del presidente e del vicepresidente di Federmoda Belluno, Vittorio Zampieri e Antonio Barp, nei confronti della proposta arrivata dalla Federazione Moda Italia - Confcommercio che ha indetto un referendum proprio per capire se gli imprenditori del comparto sono disponibili a fare questo cambio di data che varrebbe poi a livello nazionale.

«È una pura pazzia lo spostamento al terzo sabato di gennaio dei saldi», commenta duro Zampieri, «noi come Federmoda Belluno da anni chiediamo invece che la data venga liberalizzata così che ogni territorio possa decidere in maniera autonoma e in base a caratteristiche precipue dell’area quando far partire le svendite di fine stagione».

Per il Bellunese, pensare di spostare a fine gennaio i saldi rappresenterebbe la morte delle attività, secondo il presidente provinciale del comparto. «Quest’anno ai primi di gennaio, abbiamo avuto un andamento abbastanza anomalo dei saldi: le prime due settimane sono andate molto bene, i negozi di abbigliamento hanno venduto bene i capi invernali, mentre nelle restanti settimane c’è stata molta calma. Non è pensabile far partire, quindi, queste vendite a prezzi ridotti alla fine di gennaio, considerando che già da febbraio molti negozi nella nostra provincia iniziano ad esporre la merce della collezione primavera-estate. Quindi posticipare la data di avvio dei saldi, significa creare dei problemi agli imprenditori, penalizzandone l’attività. Per questi motivi sia io che il collega Barp abbiamo personalmente votato no al referendum».

Referendum che è stato fatto pervenire a tutti i soci che in questi giorni dovranno decidere da che parte stare.

A questo punto dal Bellunese arriva la richiesta sempre più impellente di «liberalizzare le date. Siamo dell’idea che ognuno parta quando vuole e quando la sua economia e il suo territorio glielo consentono. Però, anche in questo caso, all’interno delle stesse associazioni esistono divisioni e diversità di vedute. Vedremo chi la spunterà». (p.d.a.)

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