Salta il bando sui teatri, Colle infuriato: «Atto inammissibile e grave»

Il vicesindaco di Belluno: «Chi ha voluto questa riunione ha una responsabilità politica pesante»
A destra il vicesindaco del comune di Belluno, Leonardo Colle e a lato il teatro comunale durante un evento culturale
A destra il vicesindaco del comune di Belluno, Leonardo Colle e a lato il teatro comunale durante un evento culturale
BELLUNO. «È un fatto molto grave che chi ha votato a maggio per il bando, ora firmi l'ordine del giorno per la sua revoca. Queste persone hanno una responsabilità politica tale che a giocare col fuoco rischiano di scottarsi. Non vorrei essere al loro posto mercoledì al momento della votazione». A prendere posizione, come ha sempre fatto dall'inizio di questa vicenda, è il vicesindaco di Belluno, Leonardo Colle che, dopo la notizia della convocazione del consiglio di gestione per ritirare il bando a due giorni dalla scadenza, attacca i firmatari della richiesta cioè il rappresentante della Provincia, Celeste Levis, della Regione Benedetto Fiori e del comune di Belluno Valentina Leonardi. «È un fatto gravissimo», continua Colle, «sia che la rappresentante del Comune abbia sottoscritto il documento dopo aver votato per il bando a maggio, sia che si chieda l'annullamento in autotutela di atti amministrativi, cioè si pretenda di ritirare un bando già pubblicato. È un atto inammissibile. Il presidente Romanelli è stato obbligato a convocare il consiglio di gestione, visto che la domanda è giunta da tre componenti. Ma questi ultimi non hanno considerato che ritirare o modificare in corso d'opera un atto consolidato potrebbe aprire delle diatribe giudiziarie da parte degli enti che hanno partecipato alla gara». Ma il vicesindaco nota anche un'altra cosa in tutta questa vicenda. «Questi comportamenti rischiano di portare a due risvolti: o salta il bando e quindi si mette a rischio la vita stessa della Fondazione Teatri, o si riscrivono le regole della Fondazione e allora, in questo secondo caso, sarà bene rivedere anche il ruolo di soggetti come il comune di Feltre e la Provincia che, pur mettendo cifre irrisorie o non mettendo nulla, vogliono dettare le regole. Ognuno deve avere il peso in base alla somma che stanzia». Leonardo Colle, esponente del Carroccio, prende quindi le distanze dai suoi colleghi leghisti, auspicandone l'uscita di scena dall'ente culturale. «Visto che la giunta provinciale intende tagliare il contributo alla Fondazione Teatri sarebbe da valutare se ha ancora diritto di interferire sulle scelte e di fare parte dei due consigli e così pure per il comune di Feltre. La Fondazione, infatti, con questi atteggiamenti dei suoi membri, non risponde più alla progettualità degli enti che vi partecipano, diventando soltanto un collettore di finanziamenti da spartire tra chi urla più forte». Colle si dice preoccupato anche per la scelta della Fondazione Cariverona, unico soggetto assente in questa querelle. «Dovremmo vedere se la Fondazione ha ancora intenzione di stanziare la somma, quella più cospicua, che aveva prefissato dopo quanto sta accadento». Come si vede la vita della Fondazione Teatri è appesa a un filo. Non è nemmeno escluso che, di fronte ad una vittoria, mercoledì sera nel consiglio di gestione, dei voti contrari al bando, il presidente Romanelli possa rassegnare le dimissioni. Allora la situazione potrebbe precipitare e la Fondazione sciogliersi. «E quindi tutto il teatro tornerebbe in carico al comune di Belluno che a questo punto potrebbe decidere di fare un affidamento diretto al Tib», traccia un quadro possibile Colle che prosegue: «Non si è mai visto che un concorrente ad una gara dica che le direttive contenute sono sbagliate. Mi auguro soltanto che quelli che hanno la palla in mano si ricordino di cosa è accaduto a Milano: un'ammonizione l'abbiamo già presa, manca solo un fallo per il cartellino rosso».

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