Salta la riqualificazione dell’ex Locanda
BELLUNO. Salta il progetto di recupero della ex Locanda a Lambioi. Ed è corsa contro il tempo per terminare la progettazione di quello che è definito come “Parco di Belluno in destra Piave” all’interno del piano di rigenerazione urbana finanziato dalla Presidenza del consiglio dei ministri con 18 milioni di euro. Aggiungendo i cofinanziamenti, pubblici e privati, in città saranno attivati lavori per 35 milioni.
Dal piano è stato stralciato l’intervento previsto alla ex Locanda. La proprietà (privata) e il soggetto attuatore (anch’esso un privato) non hanno trovato un accordo e non se ne farà nulla. L’immobile, chiuso da anni, rimarrà tale. Grazie ai fondi dello Stato e alle risorse private la ex Locanda sarebbe diventata un birrificio con mescita diretta e un ristorante della tradizione bellunese, ma avrebbe offerto anche spazi attrezzati per i bambini, per i cicloturisti, per i frequentatori del vicino parco fluviale, con il quale sarebbe anche stato creato un collegamento pedonale. Le risorse pubbliche previste per questo progetto (200 mila euro) potrebbero essere usate per costruire i bagni per l’area camper. Il Comune ha inviato una nota alla commissione (di stanza a Roma) deputata ad analizzare i progetti. Si attende una risposta.
Corsa contro il tempo per completare il progetto. E se un progetto è saltato completamente, c’è una certa fibrillazione per quanto riguarda tutti gli altri interventi previsti per il “Parco di Belluno in destra Piave”. Il valore complessivo dei lavori è di 7,3 milioni di euro. Della progettazione si sta occupando lo studio Archpiudue di Vigonza, degli architetti Mauro Sarti e Paolo Miotto. La documentazione va consegnata domani. «Il fatto che sia saltato il progetto di riqualificazione della ex Locanda ci ha costretto, sulla base delle indicazioni emerse dal consiglio comunale del 27 aprile, a modificare il preliminare che avevamo predisposto», racconta l’architetto Sarti. «Il lavoro è diventato più complesso e i tempi sono strettissimi».
Di fatto i professionisti sono al lavoro sul progetto definitivo da un mese. Se ne stanno occupando venti persone, dello studio Archpiudue e dello studio Aranea di Alicante. «Stiamo correndo», conferma Sarti. «Avevamo predisposto un progetto preliminare, ma non ci sono le risorse sufficienti per fare tutti gli interventi».
Niente ciclopedonale in via del Vesco. Per alcuni progetti, poi, ci sono problematiche di natura urbanistica. Per esempio per la ciclovia lungo via Del Vesco: non sarà realizzata. Non c’è il tempo per fare una variante urbanistica, né per acquisire le aree (di proprietà privata) sulle quali realizzarla. Dunque addio, almeno per il momento, al percorso protetto per ciclisti e pedoni fra la strada interna della Veneggia e la statale 50. Si riuscirà invece a fare la ciclovia in via Caduti 14 settembre 1944, nella zona del centro commerciale Emisfero (lungo la strada statale). E sono in progetto i percorsi pedonali e ciclabili lungo il Piave (è la ciclovia fra Belluno e Ponte nelle Alpi).
Ok al sottopasso a Lambioi. Nel progetto è rimasto il sottopassaggio pedonale per raggiungere il Parco fluviale di Lambioi: i pedoni non dovranno più attraversare la strada, trafficata e pericolosa, se arriveranno a Lambioi scendendo dal centro storico. Sarà inoltre ripavimentata via Lambioi, interessata anche da interventi di natura idraulica. Nel progetto ci sono infine la realizzazione di un’area camper attrezzata e l’allestimento di una spiaggia vera e propria nel parco fluviale, con accesso diretto al fiume. Contestualmente saranno fatte una serie di opere idrauliche e di difesa delle sponde.
Il progetto deve essere consegnato domani. Entro l’8 giugno il Comune deve inviare a Roma la delibera con la quale approva tutti i progetti di iniziativa pubblica, fra i quali c’è appunto il parco in destra Piave. I tempi sono più che stretti.
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