Salus: i nostri servizi meno costosi dell’ospedale

BELLUNO. «È giusto che il direttore generale voglia ottimizzare il servizio servendosi delle strutture esistenti, ma non possiamo dimenticare che le strutture private come la nostra sono importanti...

BELLUNO. «È giusto che il direttore generale voglia ottimizzare il servizio servendosi delle strutture esistenti, ma non possiamo dimenticare che le strutture private come la nostra sono importanti perché forniscono prestazioni di alto livello a costi minori». L’appello dei titolari della Salus di Cavarzano, Filiberto Dal Molin ed Emma Ricci arriva nel momento in cui la Regione con una delibera ha deciso di razionalizzare le risorse alle strutture convenzionate tagliando complessivamente 40 milioni di euro, e lasciando libertà ai direttori generali di tagliare ancora di più. Una situazione che rischia di mettere in crisi strutture consolidate come la Salus e il centro Fleming.

In queste settimane sono in corso le trattative e la rinegoziazione del contratto tra le due società e l’azienda sanitaria, dove si parla di una decurtazione del 25% delle risorse. L’operazione quindi non è semplice. Ma dalla Salus la preoccupazione è alta anche in vista dell’apertura della radiologia in orario notturno. «Nelle strutture organizzative complesse c’è sempre la possibilità di migliorare la risposta funzionale, anche se un ospedale moderno non è tale, e non serve, se non dispone di attrezzature in linea con i tempi. Risonanze magnetiche, Tac, ecografi, per rimanere nella radiologia, devono esserci e devono essere al top. Ma non è detto che debbano funzionare 24 ore al giorno, perché ci vorrebbero 3 turni di personale», dicono i responsabili della società. Personale che rappresenta la maggior fonte di spesa per l’Usl e che costerà di più se si apriranno le porte dell’ospedale anche alla notte.

Ma in questo quadro la struttura privata convenzionata potrebbe rappresentare un risparmio. «La Salus con la regressione tariffaria applicata dalla Regione in questi anni ha eseguito esami non retribuiti per circa 400 mila euro pur di non interrompere il servizio ai cittadini. Inoltre, costiamo meno rispetto al sistema sanitario. L’ ospedale è organizzato e programmato per esigenze gravi,, per la sopravvivenza del paziente, per l’assistenza pre e post operatoria. In tutto questo l’ospedale è unico e insostituibile. L’attività ambulatoriale, che noi pratichiamo, invece, è più semplice, con pazienti autonomi, spesso per normali controlli periodici. Tutto ciò giustifica il fatto che i nostri esami in convenzione costano mediamente un quarto degli stessi esami eseguiti in ospedale con tariffe che attualmente risalgono ancora al 1996. Comunque, se le risorse ci verranno tagliate, non potranno essere utilizzate in altre voci, perché sono vincolate».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi