Salute al femminile: lotta a osteoporosi diabete e reumatismi
BELLUNO. Offrire una qualità di vita migliore alle donne, intervenendo soprattutto nell’ambito della prevenzione e dell’informazione.
È lo scopo dell’iniziativa “Open week sulla salute della donna”, che sarà attivata dal 22 al 28 aprile in concomitanza con la prima Giornata nazionale dedicata alla salute femminile, introdotta dal ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, e che Onda - Osservatorio nazionale sulla salute della donna - ha voluto mettere in piedi per l’occasione. Questo progetto nell’Usl 1 riguarderà il dipartimento di Medicina, diretto da Gianfranco Conati, che comprende quattro servizi: geriatria, endocrinologia/diabetologia, reumatologia e osteoporosi.
Sono diversi i problemi a cui va incontro il sesso debole, a cominciare dall’osteoporosi, cioè la demineralizzazione delle ossa, che spesso è causa di brutte fratture. «Ogni anno», precisa Conati, «per questa patologia nei nostri ambulatori vengono eseguite 1.400 visite (400 sono primi accessi e il 90% sono donne tra i 65 e i 75 anni). Per quel che riguarda i servizi di endocrinologia e diabetologia, vediamo 4.800 persone all’anno (400 prime visite): nel primo caso l’80% è donna, nel secondo il 50%. Buono l’afflusso anche negli ambulatori di reumatologia: ogni anno visitiamo 2.300 persone, il 70% delle quali sono donne tra i 60 e i 70 anni».
L’obiettivo che si sono posti gli operatori sanitari è cercare di far giungere le persone alla vecchiaia in buone condizioni di salute, in modo da garantire loro l’autonomia al più a lungo possibile. «Ricordiamo che l’osteoporosi e anche le reumatiti sono patologie invalidanti», prosegue il direttore. «Ed è per garantire minori rischi e maggiore qualità di vita che qualche tempo fa abbiamo messo in piedi la cosiddetta “Unità di frattura”, una collaborazione tra Geriatria e Ortopedia per intervenire entro le 48 ore in caso di frattura su anziani. In questo modo garantiamo non solo minori complicanze, ma anche la possibilità di iniziare la riabilitazione nel più breve tempo possibile. Se si comincia a fare prevenzione presto, si può scongiurare l’insorgenza di determinate patologie. La sfida di questo secolo è garantire l’autosufficienza, soprattutto nella donna, che vive più a lungo degli uomini ed è sola», conclude Conati. (p.d.a.)
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