«Salvare i laghetti della Rimonta»

Gruppo Natura e comitato di Bardies preoccupati per le criticità ambientali nel pregevole biotopo

LENTIAI-MEL. Passare dalla salvaguardia alla tutela vera e propria, applicando le norme per i siti protetti. L’area del sentiero naturalistico dei laghetti della Rimonta, piccoli specchi d’acqua generati da risorgive alla confluenza del torrente Rimonta con il Piave, tra i comuni di Mel e Lentiai, forma un biotopo particolarmente interessante e prezioso dal punto di vista forestale, faunistico e floristico. Caratteristiche uniche e di grande pregio, che rischiano però di scomparire, a causa di alcune problematiche di tipo ambientale.

I volontari del Gruppo Natura Lentiai e del Comitato di Bardies, da tanti anni impegnati per garantire manutenzione, accessibilità e conservazione dell’area, non nascondono la loro preoccupazione. Gli aspetti critici, segnalati più volte, sono confluiti in una lettera trasmessa via pec, il 21 marzo, al presidente dell’Unione Montana Valbelluna, Stefano Cesa. «Non vogliamo fare polemica, ma essere propositivi e portare all’attenzione degli organi competenti un tema di grande importanza, tanto più che l’area è meta di numerosi visitatori», sottolineano Orfeo Dal Piva e Adriano Zampol, del Gruppo Natura, e Franco Vergerio, che ha curato il progetto artistico per i laghetti, inseriti in un sito Sic, che fa parte della Rete Natura 2000, oggetto di studi – condotti, tra gli altri, dai bellunesi Michele Cassol e Cesare Lasen – riconosciuti a livello europeo.

Ma le criticità, come si diceva, non mancano e i problemi si acuiscono perché ad avere competenza nell’area sono soggetti diversi – tra cui anche Genio Civile, Servizi Forestali, Agenzia delle entrate, ex Magistrato alle acque – e non sempre è facile riuscire ad avere risposte. «In seguito alla realizzazione dei lavori della nuova circonvallazione di Bardies-Lentiai», spiegano dal Gruppo e dal Comitato, «una parte del materiale di scavo della strada è finita per due volte, trasportata dalle piene del torrente Forada, nella zona della risorgiva, compromettendo il regolare deflusso e privando l’area dei laghetti di una delle fonti principali di alimentazione. Bisognerebbe eseguire una pulizia con mezzi meccanici del corso della risorgiva, sottoponendo quindi la questione a Veneto Strade e agli enti competenti».

Il sentiero, nella sua parte iniziale, è gravemente minacciato dall’erosione del torrente Rimonta, che ha consumato quasi tutto il terreno che lo separa dalla stradina. Negli ultimi vent’anni l’area ha visto poi lo sviluppo di un’apprezzabile e diversificata copertura boschiva, non però tutelata da leggi che possano impedirne il taglio. «Esboschi a raso, già peraltro avvenuti, andrebbero a discapito di tutta l’area, riducendone l’attrattività turistica», aggiungono insieme a Walter Burtet, responsabile del Comitato di Bardies. C’è poi la passerella in legno, che con le precipitazioni e durante l’inverno diventa scivolosa e crea situazioni di pericolo. E c’è Casera Caponet, in rovina e il cui tetto sta crollando.

«Bisogna trovare una soluzione», mettono in risalto. «Potrebbe diventare un centro visitatori. Il geometra Oliviero Rosson di Lentiai si era a suo tempo dichiarato disponibile per valutare un possibile recupero». Gruppo Natura e Comitato ricordano che dal Comune sono arrivati aiuti di tipo finanziario, «ma serve anche un sostegno normativo», precisano. «Facciamo un esempio: ogni anno avviene il passaggio di greggi di ovini e le conseguenze sono vegetazione rasa al suolo e alberi scorticati. Non ce l’abbiamo con pastori e pecore, ma vorremmo venisse applicata la normativa regionale che vieta il pascolo in area protetta».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi