Salvato (ex comandante della polizia locale) rinviato a giudizio
CORTINA. L’accusa è di aver usato violenza durante i controlli antiabusivismo a San Marco ai danni di veri o presunti venditori fuorilegge: un agente della polizia locale andrà a processo per lesioni aggravate, tentata violenza privata, calunnia e falso. Si tratta di Nicola Salvato, 48 anni, originario di Cortina (dove ha ricoperto per diversi anni la carica di comandante della polizia locale) e all’epoca dei fatti (tra luglio e agosto 2013) vice commissario della polizia municipale di Venezia. La prima udienza è stata fissata per il 17 maggio.
Due gli episodi finiti nel mirino della Procura. Uno ai danni di un bengalese (mai identificato) che Salvato avrebbe ritenuto essere un venditore abusivo di giocattoli, anche se effettivamente lo straniero non sarebbe stato trovato in possesso del materiale illecito. Il capo d’imputazione racconta che l’agente avrebbe «serrato strettamente il collo del bengalese», poi «schiacciato un piede con il tacco tenendolo immobilizzato» e ancora lo avrebbe minacciato con frasi del tipo «Dove hai messo la roba? Guarda che dopo è peggio, ti conviene dirlo subito dov’è». Un comportamento, questo, che avrebbe indotto la vittima a rendere dichiarazioni sulle violazioni da lui commesse e a dire dove teneva la merce. L’agente non sarebbe riuscito nel suo intento perché la vittima si era messa a piangere ed erano intervenuti i colleghi. Di qui la contestazione di tentata violenza privata.
C’è poi l’episodio che vede coinvolto un senegalese che vendeva borse tarocche. Salvato, secondo l’imputazione, per bloccarlo gli avrebbe tirato un calcio sulle gambe, tanto da farlo cadere, causandogli lesioni superiori ai 20 giorni di prognosi. Nel tragitto verso gli uffici della polizia locale a San Marco, l’agente avrebbe colpito il senegalese con pugni e schiaffi in testa e, una volta in ufficio, lo avrebbe ammanettato ad una sedia, colpendolo ancora con violenza, venendo fermato dai colleghi. Lo stesso Salvato avrebbe falsamente incolpato il senegalese di averlo aggredito per sottrarsi al controllo, colpendo l’agente con un pestone al piede per 30 giorni di prognosi. Per il pm si tratta di una calunnia.
La difesa del vicecommissario, con gli avvocati Mariarosa Cozza di Venezia e Alfrida Bearzotti di Belluno, in sede di udienza preliminare si è battuta per il proscioglimento, evidenziando come la denuncia sia stata presentata a novembre 2013, tre mesi dopo i fatti, e che quindi si sia trattato di una iniziativa strumentale. I difensori contestano anche la ricostruzione dell’episodio che ha riguardato il senegalese, sostenendo che a fermarlo era stato Salvato che poi aveva chiesto aiuto ai colleghi, tra cui quello impegnato nel sindacato (che poi lo segnalerà), il quale si sarebbe però limitato a raccogliere le borse.
Nell’udienza di ieri lo stesso senegalese è stato rinviato a giudizio per commercio di prodotti contraffatti. Per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale il pm ha chiesto l’archiviazione. L’uomo è anche parte civile nel procedimento a carico di Salvato. –
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