Salvi i 18 milioni per Belluno del bando Periferie. Massaro: «Restiamo cauti»

Il presidente Conte ha promesso di finanziare i Comuni con i progetti esecutivi. La città è in regola, ma il sindaco avverte: «Prima vediamo il decreto»
Palazzo Crepadona dove ha sede la biblioteca civica
Palazzo Crepadona dove ha sede la biblioteca civica

BELLUNO

Congelati ma salvi. I fondi per la rigenerazione urbana, e per tutti i progetti che cambieranno il volto di Belluno, arriveranno. Ci vorrà un decreto apposito, che il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha promesso di fare martedì sera alla delegazione dei sindaci, di tutti gli schieramenti politici, giunta a Roma per tentare di salvare un miliardo e 600 milioni di euro di investimenti del bando Periferie. Soldi che i Comuni si sono impegnati a spendere, sulla base delle convenzioni che hanno firmato l’anno scorso con la Presidenza del consiglio dei ministri.

Soldi che sono congelati, perché il decreto Milleproroghe passerà senza emendamenti considerando che ieri è stata posta la fiducia sul provvedimento, ma che il governo, per bocca del presidente del consiglio, si è impegnato a sbloccare. Saranno garantiti solo ai Comuni che hanno i progetti già in fase esecutiva.

È il caso di Belluno. Proprio ieri la giunta ha approvato gli ultimi due interventi, quello per la chiesa dei Gesuiti e per la completa riqualificazione della Crepadona. Il Comune aveva ottenuto una proroga, che scadrà sabato. Dunque tutti i progetti del capoluogo delle Dolomiti possono beneficiare del bando Periferie. Il sindaco Massaro, però, mantiene cautela: «Non conosciamo né il contenuto né i tempi di questo decreto», sottolinea. «Si è parlato di 7-10 giorni, e speriamo possa essere così; bisogna però fare chiarezza sul fatto che i fondi saranno spalmati in tre anni e assegnati ai Comuni che ne avranno necessità. Che significa? Si finanzieranno tutti i progetti esecutivi (come già prevedono le convenzioni, fra l’altro), ci sarà una scala di priorità o che altro? Non possiamo cantare vittoria fino a quando non avremo il decreto in mano, nero su bianco».

La situazione, infatti, ha un che di paradossale. Il Milleproroghe contiene un articolo che congela i fondi del bando Periferie fino al 2020. Il voto, previsto per oggi, certificherà il blocco. Cosa sarà scritto nel decreto che Conte si è impegnato a fare, di fronte all’Anci? È questo che preoccupa Massaro e molti suoi colleghi. «È anche probabile che si sia deciso di non modificare il Milleproroghe alla Camera per evitare che il provvedimento dovesse essere riapprovato dal Senato», continua Massaro. «Ma, rendendosi conto della gravità della situazione che si era venuta a creare, il presidente del consiglio ha trovato una soluzione. Mi auguro sia celere: il nostro obiettivo, e l’impegno che ci siamo presi firmando la convenzione con la Presidenza del consiglio dei ministri, è di bandire le gare entro la fine dell’anno per aprire i primi cantieri nella primavera del prossimo anno. E abbiamo tutta l’intenzione di rispettare questo cronoprogramma».

Cautela e attenzione per quello che succederà nei prossimi giorni sono dunque le parole d’ordine in questo momento. «Quello che rilevo positivamente», conclude Massaro, «è la grande unità fra sindaci che si è palesata in questo periodo. Ringrazio l’Anci per il lavoro svolto, che ci ha permesso di ottenere un’importante mediazione. Certo è che è sconfortante e scoraggiante quanto abbiamo vissuto come Comuni nell’ultimo mese, tra parlamentari impreparati, spiragli di dialogo seguiti da chiusure decise e un compromesso trovato all’ultimo minuto». —



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