«Salviamo la Fondazione per tutelare la cultura»

BELLUNO. «Salvare la Fondazione è ancora possibile, perché se affonda per la cultura a Belluno non c’è più speranza. Dopo la Fondazione non ci sarà più niente. Infatti, l’istituto della Fondazione è l’unico in grado di gestire la programmazione culturale in una città».
A lanciare l’ultimo appello e spezzare una lancia a favore della Fondazione Teatri delle Dolomiti, è Diego Mattiello, il direttore-consulente dell’ente, il cui mandato che scade oggi non sarà rinnovato, come chiaramente precisato dalla presidenza della Fondazione.
Ma Mattiello, che rischia di diventare il capro espiatorio di colpe che nascono altrove, come la stessa presidente ha precisato qualche tempo fa, vuole andarsene dimostrando di aver lavorato bene e di aver cercato in tutti i modi di guardare oltre quelle beghe politiche che hanno minato e stanno minando tuttora la vita della Fondazione.
L’appello è riservato ai soci che lunedì 8 ottobre si ritroveranno per decidere proprio del futuro della Fondazione (la seduta era prevista per domani, ma per impegni della Regione è stata spostata alla settimana dopo).
C’è molta attesa per il contenuto delle comunicazioni che il dottor Tabaro, esponente di Venezia dovrà fare. E anche se la presidente non vuole sbilanciarsi, la paura che venga a dire che la Regione intende ritirarsi dalla Fondazione è alta. Le vicenda di quest’ente culturale infatti da oltre un anno stanno interessando il comune capoluogo, e pare che una svolta definitiva e una chiara inversione di rotta per ora non sia possibile. Di fronte a questa situazione difficile, in molti hanno parlato dell’intenzione della neo presidente Comar di rassegnare le dimissioni, ma l’interessata smentisce.
Insomma, come si capisce il futuro della Fondazione è appeso a un filo sottilissimo. Con la stagione e le risorse più che dimezzate la vita dell’ente diventa quasi impossibile.
Ma Mattiello pare crederci ancora. «Una amministrazione comunale deve fare tutto il possibile per mantenere i contributi della Regione e Provincia, ora necessari quanto mai, visto il periodo di crisi che stiamo attraversando. Vorrei che tutti i soci comprendessero che il futuro del teatro comunale e della cultura è nelle loro mani e dipende dalle posizioni che assumeranno lunedì prossimo», dice mentre ricorda come il suo impegno per una programmazione a 360 gradi della stagione stava dando dei buoni frutti. «Il mio progetto gestionale era stato apprezzato dallo stesso presidente di Confindustria, Gian Domenico Cappellaro che con una lettera del luglio scorso esprimeva la sua intenzione ad aderire alla Fondazione “sia in via diretta che indiretta visto l’approccio laico e trasparente e altamente professionale che è stato dato all’ente».
Paola Dall’Anese
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