Salvini: «Belluno merita l’indipendenza» / FOTO
BELLUNO. Molti volti noti, qualche nuova leva e centinaia di firme per l’indipendenza. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord eletto da pochi mesi, visita per la prima volta piazza Martiri e la rianima da una mattina altrimenti grigia.
Un centinaio di militanti ad accogliere il segretario che è arrivato intorno alle 11.30 e ha dispensato sorrisi e strette di mano. Quasi una star. Anche Pradi, 35 anni, bellunese dello Sri Lanka, vuole una foto con lui. Non è certo l’elettore-tipo della Lega Nord: «È gentile» spiega. Anime di un Carroccio che sembra avviato sulla strada di un profondo rinnovamento.
Poco verde, molte bandiere giallo-rosse con il leone marciano. D’altra parte l’obiettivo è raccogliere firme per la causa dell’indipendenza del Veneto. Un migliaio quelle raccolte in due giorni nei gazebo della provincia di Belluno, dove si poteva firmare anche per la class action contro Bim e contro il progetto di centro islamico di Fonzaso.
«L’indipendenza è il futuro, sta soffiando in tutta Europa» spiega Salvini nelle piazze venete visitate tra sabato e domenica. È da Belluno, però, che si collega in diretta con Sky Tg24.
Oltre all’indipendenza, però, c’è la questione dell’autonomia e della specificità montana, ormai un cavallo di battaglia politica bipartisan.
«Siamo in una provincia che è vicina all’autonomia e più di altre soffre la concorrenza» continua Salvini, «noi come Lega ci siamo, Belluno merita più indipendenza degli altri quindi mi farò portavoce dei suoi problemi con il governatore Luca Zaia».
Ad accogliere Salvini c’erano tutti i vertici della Lega Nord. Dal segretario provinciale Leonardo Colle alla senatrice Raffaela Bellot, senza dimenticare gli europarlamentari Mara Bizzotto di Bassano del Grappa e il veronese Lorenzo Fontana. Presente anche Gianpaolo Bottacin, al suo primo evento pubblico dopo la sospensione. Ma in piazza c’è anche chi è venuto con tutta la famiglia, come Luigi Mazzalovo. O Angelo Levis, che al fazzoletto verde abbina la cravatta con il Sole delle Alpi. «Salvini è una persona in gamba» spiega, «sarebbe ora di liberare il Veneto, speriamo di farcela».
Ultimo, ma non meno importante, il segretario veneto Flavio Tosi. Arriva dopo mezzogiorno direttamente da Fonzaso, dove era impegnato con la sezione locale nella battaglia contro il progetto di centro islamica. Bellot, Colle, Bizzotto, Fontana. Anche per lui un susseguirsi di saluti mentre Salvini è impegnato nella diretta con Sky.
«Bisogna dare agevolazioni alla montagna altrimenti si spopola» spiega, «e questo è un problema di carattere nazionale e riguarda anche le autonomie. Trento non ha mai avuto motivi storici per ottenerla ma in quel momento si decise così. Oggi quella decisione è inspiegabile. Bisognerebbe dare quel tipo di autonomia anche a Belluno».
Gli incontri continuano a tavola. Chiusi i gazebo, vertici e militanti si spostano allo Zodiaco dove il pranzo viene fotografato e postato sui social network, in pieno spirito 2.0.
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