Salvò un bimbo al mare, il grazie sedici anni dopo

Incontro a Padola di Comelico tra Andrea De Martin e il tedesco miracolato. «Galleggiava per una congestione e fu provvidenziale il massaggio cardiaco»
PADOLA DI COMELICO. Marsell e l’angelo custode. Si sono riabbracciati l’altro giorno, a Padola di Comelico: l’uno è cresciuto, diventando un uomo; l’altro ha inevitabilmente qualche capello in meno. Sono Marsell Sammer e Andrea De Martin, l’infermiere del 118 che sedici anni fa salvò la vita al bambino tedesco, sulla spiaggia di San Teodoro, a Olbia. Durante una serata in compagnia, non si poteva non ricordare quel caldo pomeriggio sardo, che poteva essere drammatico e, invece, finì con il respiro del piccolo e il sospirone di tutti i bagnanti. Magari anche un applauso per De Martin e Gian Benedetti, un maestro di sci e membro del Soccorso alpino di Sesto Pusteria, che aveva collaborato alla difficile rianimazione.


Molti sorrisi al tavolo dell’agriturismo al Lares e poi al Kral Ladin e anche qualche normalissima lacrima di commozione, mentre si srotolavano i ricordi: «Come dimenticare quel giorno», sospira De Martin, «qualcosa se lo ricorda anche Marsell, malgrado all’epoca avesse soltanto quattro anni e mezzo. Aveva appena mangiato una mela, poi era entrato in acqua e una congestione stava per farlo annegare. Erano state due turiste emiliane a dare l’allarme, perché galleggiava, ma sembrava ormai perso per sempre. Sono andato a prenderlo, per riportarlo a riva, dove purtroppo non c’erano strumenti per la rianimazione, come adesso. Gli ho praticato il massaggio cardiaco, con la collaborazione del mio collega e, in qualche minuto, siamo riusciti a restituirgli la vita, consegnandolo all’ambulanza di servizio. Rimarrà ricoverato in terapia intensiva per una decina di giorni, prima di poter tornare a casa».


De Martin è sposato con Gloria e ha due figlie: Jessica e Vanessa. Marsell non ha ancora messo su famiglia, ma ormai sembra questione di tempo: «So che lavora un un’azienda elettromeccanica dalle parti del lago di Costanza e gioca a calcio in una squadra di Ravesburg. È un ragazzo molto simpatico e sta benissimo. Non ha sofferto alcuna conseguenza, dopo quella disavventura in riva al mare. Mi tratta come fossi suo padre ed è letteralmente innamorato del Comelico. Tutto normale, credo di poter dire, visti i paesaggi che possiamo mostrare, in qualsiasi periodo dell’anno. Abbiamo passato alcune giornate molto gradevoli e mi auguro che più avanti ce ne siamo altre».


Una visita in Germania, anche per restituire il favore è poco meno che annunciata: «Io e la mia famiglia siamo stati invitati a Ravensburg e stiamo cercando di programmare il viaggio per il mese di novembre, compatibilmente con gli impegni professionali, miei e di mia moglie. Vedremo presto se sarà possibile».


Sedici anni dopo, l’intervento di soccorso sarebbe stato molto meno complicato: «I tempi sono cambiati in meglio, per fortuna. Noi ci trovavamo in una spiaggia libera e poco organizzata, adesso su ogni arenile ci sono le torrette con i bagnini in grado di utilizzare il defibrillatore. Sono nel Suem 118 dal 1993 e più l’intervento è tempestivo, maggiori sono le possibilità di salvare la vita al paziente. Capita di arrivare tardi, soprattutto in luoghi particolarmente impervi e di non essere più efficaci, come si vorrebbe. Quel giorno ho salvato la vita a Marsell e questo ragazzo non perde occasione per dimostrarmi tutta la sua gratitudine. Alla prossima, naturalmente».


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