San Dordi, onorato il voto seicentesco
SOVRAMONTE. Ci sono tradizioni popolari che legano una comunità: san Dordi per Sorriva è fra queste la più sentita. La festa deve l'origine al voto che la popolazione rivolse a san Giorgio nel 1631 perché cessasse la peste promettendo tante cose: santificare le feste comandate, digiunare alle vigilie e condurre per sempre una vita cristiana. Era troppo però anche per i più devoti. Si decise quindi di commutare tali promesse santificando per sempre il patrono a cui si aggiunse poi la famosa minestra.
Ieri è stata mantenuta fede allo storico impegno. A partire dal mattino quando i rintocchi delle campane hanno introdotto la processione penitenziale, partita dalla chiesetta sul colle di San Giorgio diretta a Ponterra, con in testa i cappati muniti di torce, croce e stendardo. Al seguito molte persone che hanno partecipato alla messa in suffragio degli appestati al parco dove un monumento ricorda il passato. Infine il corteo è arrivato in paese.
Qui da molte ore la “menestra” bolliva in enormi pentoloni. Nella ricetta sono stati impiegati 110 chili di fagioli insieme ad altri ingredienti tra cui burro e spezie. All’appello delle famiglie impegnate nella preparazione della “menestra” quest’anno hanno risposto i cognomi Appocher, Da Barp e Gavasso. Don Fabrizio l'ha benedetta e, come vuole la tradizione è stata poi distribuita fra le famiglie, come segno di fratellanza e di solidarietà. I coscritti in abito tipico l’hanno portata in ogni casa insieme al pane e a una copia del piccolo “Vocabolario sovramontino” ad opera di don Vittorio Dalla Torre ed Ennio Bottegal.
La Pro loco, che ha dato alle stampe l’opuscolo con l’intento di mantenere nel tempo la conoscenza del dialetto, punta così a salvaguardare l’identità culturale della comunità, con uno sguardo particolare alle nuove generazioni. Come afferma il presidente Luciano Reato nella presentazione: «È dedicata proprio a loro perché un giorno trovandosi a sfogliare questo libricino abbiano la consapevolezza di appartenere anche linguisticamente ad una comunità che ha una propria storia e una propria identità e ne siano ancora profondamente fieri».
Due le mostre allestite per l'occasione a cui si è aggiunto nel pomeriggio il Palio di San Giorgio, che coinvolgendo adulti e bambini in più competizioni, ha visto sfidarsi le diverse contrade nel sagrato della chiesa. Sorriva ha così mantenuto il suo voto, restando ancorata alle sue radici storiche ma con il pensiero rivolto al domani.
Anna Minazzato
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