San Martino all'avanguardia nella rigenerazione dei tessuti

Prodotta dal Centro trasfusionale dell’ospedale di Bellun ouna membrana ematica che contiene molte cellule staminali

BELLUNO. Il Centro trasfusionale di Belluno è centro di eccellenza del Veneto nella preparazione di un particolare emocomponente capace di rigenerare tessuti.

La notizia è emersa durante il convegno sulle nuove scoperte della ricerca in medicina rigenerativa, svoltosi nella sede dell’Associazione Bellunese Volontari del Sangue. Presenti anche i ricercatori della Fondazione Tes (Tissue Engineering and Signaling), che dal 2013 operano, in collaborazione con l’università di Padova, grazie anche al sostegno dell’Abvs che ha devoluto al progetto una parte del 5 per mille ricevuto dai donatori.

Il sangue contiene una serie di elementi con proprietà essenziali alla rigenerazione dei tessuti danneggiati e nel Centro trasfusionale dell’ospedale di Belluno è stato preparato, mediante aferesi, un particolare emocomponente chiamato membrana leuco-fibrino-piastrinica, cioè una sorta di “concentrato” di piastrine, globuli bianchi, cellule staminali, fibrina che normalmente vengono coinvolti dall’organismo nella riparazione di una lesione. All’Università degli Studi di Padova è stato assegnato il compito di capire il comportamento di tali membrane, cercando di definire il meccanismo attraverso cui esercitano il loro “effetto rigenerativo” in funzione degli elementi contenuti.

Inizialmente, gli studi hanno permesso di verificare l’efficienza del metodo di aferesi per preparare le membrane. A differenza di emocomponenti simili preparati in altri centri a partire da un semplice prelievo, le membrane leuco-fibrino-piastriniche allestite al Centro Trasfusionale dell’Usl 1 hanno rivelato di possedere una quantità di piastrine e di cellule del sangue estremamente elevata. Importante anche la presenza di cellule staminali in elevate concentrazioni, cosa che rende questo prodotto ancora più particolare ed efficace.

Un’altra caratteristica evidenziata riguarda le proprietà meccaniche delle membrane (elasticità). Se la maggior parte degli emocomponenti preparati in altri centri è sotto forma di gel, quelle bellunesi hanno la forma di un cuscinetto «morbido ed elastico che può essere addirittura fatto aderire o suturato dai chirurghi lì dove c’è una lesione o una ferita. Ciò va attribuito all’elevato contenuto di fibrina, responsabile della consistenza e delle proprietà adesive del prodotto finale», dice la ricerca. La fibrina garantisce, inoltre, anche un’altra importante caratteristica. «Essa, organizzandosi come una rete molto fitta, intrappola al suo interno le piastrine e le cellule del sangue essenziali per la rigenerazione dei tessuti. Una volta impiantata dove c’è un danno, si dissolverà progressivamente nel tempo rilasciando in modo continuo il suo contenuto».

Alla luce dei risultati ottenuti, «è evidente come le membrane preparate al Centro Trasfusionale dell’Usl 1 di Belluno presentino delle caratteristiche capaci di giustificare i riscontri positivi dei pazienti che già hanno beneficiato del loro potere rigenerativo». Tali membrane, infatti, sono già utilizzate in Ortopedia per il trattamento, prevalentemente, di lesioni della cartilagine.I risultati di questa ricerca sono già stati presentati ad un Congresso Internazionale a Dublino e uno nazionale a Roma, riscuotendo grande interesse da parte della comunità medico-scientifica. (p.d.a.)

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