Sanità digitale, in farmacia le cure per i diabetici

Un sistema informatico centralizzato permetterà di visualizzare i dispositivi necessari al paziente. Intanto prende sempre più piede la ricetta elettronica

BELLUNO. Partirà entro l’anno il “webcare diabete”, un sistema che metterà in comunicazione le aziende sanitarie locali, i diabetologi, i medici di medicina generale e le farmacie convenzionate, permettendo la gestione informatizzata del processo di prescrizione e distribuzione dei dispositivi per l’autocontrollo e l’autogestione dei pazienti affetti da diabete mellito.

Lo annuncia Federfarma: «L’ideale sarebbe poter applicare questo sistema anche ad altre patologie e tipi di pazienti», precisa Roberto Grubissa, presidente dell’associazione delle farmacie private bellunesi. «Si potrebbe utilizzare anche per ottenere gli ausilii, ad esempio, per gli incontinenti e le sacche per gli stomizzati. E questo permetterebbe un monitoraggio più attento dei quantitativi di questi strumenti».

Il sistema prevede che il farmacista inserisca i dati del paziente in un sistema specifico che visualizza la sua situazione e le quantità dei dispositivi (siringhe e aghi per insulina, strisce per la glicemia e altro) che devono essere erogati per settimana o mese. «Questa piccola rivoluzione partirà entro l’anno; un paziente non dovrà più rivolgersi al medico di base o specialista per farsi fare la prescrizione, ma andrà direttamente in farmacia. È un passaggio in meno per gli utenti e ciò renderà più agevole anche tutto l’iter», prosegue Grubissa.

Intanto, sta prendenso sempre più piede la ricetta elettronica, anche se restano alcune criticità dovute ai rallentamenti di collegamento alla piattaforma informatica a cui accedere per visualizzare la prescrizione. «A dire la verità la ricetta rossa esiste ancora e riporta un codice che viene inserito dal farmacista nel sistema; da qui si evidenzia la prescrizione. Ma l’obiettivo è quello di giungere alla ricetta dematerializzata: in poche parole, al paziente viene consegnato oppure inviato via smartphone o tablet un codice, grazie al quale potrà ottenere i suoi farmaci ovunque si trovi», sottolineano Grubissa, insieme al fiduciario della Fimmg, Fabio Bortot. «Il problema di fondo», precisa ancor il presidente di Federfarma, «è che il nostro sistema deve passare per due piattaforme, quella regionale e quella nazionale, e questo allunga i tempi, creando spesso dei rallentamenti».

Ma se nell’area dellUsl 1 il sistema è diffuso e oltre il 70% delle ricette reca il codice informatico, non è così per tutto il Veneto. «Il problema è che non in tutte la parti della nostra regione si è raggiunto un pari livello di informatizzazione anche per la ricetta; per questo motivo, se uno va in una farmacia fuori dalla nostra provincia, non sempre trova dall’altra parte la piattaforma attivata e quindi la possibilità di prendere il farmaco», sottolinea il direttore generale dell’Usl1, Pietro Paolo Faronato. (p.d.a.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi