Sanità, una situazione sempre più critica
AGORDO. Timori per lo stato di salute dell’ospedale di Agordo ma anche dell’intero sistema sanitario nella vallata agordina. Per fare il punto della situazione venerdì sera si è svolto, proprio nella struttura ospedaliera, un incontro a cui hanno partecipato oltre al personale dipendente dell’Usl, anche rappresentanti della politica locale, regionale tra cui Matteo Toscani sostenitore del progetto Tosi, e nazionale tra cui la senatrice Raffalela Bellot del gruppo misto Federalismo, Autonomie e Libertà a sostegno del progetto Tosi. Presenti Leonardo Colle segretario provinciale per la lista Tosi, il sindaco Sisto Da Roit e l’assessore comunale Trento.
I rappresentanti medici e paramedici e degli uffici dell’ospedale hanno delineato in modo preciso ed esaustivo la situazione attuale e le criticità comparse in seguito alla continua "razionalizzazione" degli ospedali periferici. Tra questi sono emersi il problema del trasporto dei pazienti verso l’ospedale di Belluno. I presenti hanno fatto notare come un potenziamento delle ambulanze sarebbe da considerarsi positivo per poter gestire le emergenze che arrivano in Agordino e che da tempo, ormai, vengono per lo più gestite a Belluno. E proprio in considerazione di questo, all’incontro si è evidenziato come spesso il San Matino, in qualità di struttura hub, abbia però difficoltà a far fronte alle esigenze della periferia.
Sul tavolo anche i problemi legati alla presenza di un solo anestesista e alla riduzione dell’attività del laboratorio analisi che metterebbe a rischio la capacità di assicurare l’esecuzione in loco di alcuni esami spesso urgenti, commissionati anche dai reparti.
Criticità logistiche sono emerse anche per il pronto soccorso e fisioterapia e per il settore ambulatoriale che, a detta dei presenti, «dovrà essere mantenuto e potenziato, per compensare il dimagrimento delle competenze ospedaliere».
Per quanto riguarda poi la chirurgia e la reperebilità del medico specialista si è appreso che questa è attuabile soltanto per quattro giorni a settimana, mentre per il resto si deve supplire con personale reperibile del pronto soccorso. E come se non bastasse «è giunta notizia che anche il settore Igiene potrà subire un parziale accorpamento con Belluno per alcune funzioni con conseguente spostamento di personale medico e paramedico». Insomma, una sorta di inesorabile ma lento depauperamento della sanità agordina che il sindaco Da Roit vede con timore. «Avevamo fatto una battaglia all’inizio contro la trasformazione dell’ospedale perché sicuramente avremmo perso qualcosa e così sta avvenendo. Ora temiamo che parta, oltre al week surgery di chirurgia, anche quello di ortopedia: questo per noi rappresenterebbe la dequalificazione definitiva della nostra struttura ospedaliera».
E se i politici si sono impegnati a sostenere la battaglia della vallata, dal territorio è venuta la richiesta che l’ospedale di Agordo diventi sempre più specializzato nel settore ortopedico e riabilitativo, un po’ come successo per Lamon a Feltre.
Paola Dall’Anese
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