Sansavini (Gvm): «A Cortina sarà il Codivilla la vera eredità olimpica»

La società privata al  lavoro per terminare la ristrutturazione: «Arriveremo puntuali all’appuntamento dei Giochi. Sarà un ospedale aperto tutto l’anno, completo, moderno, utile ai residenti di un territorio montano ma anche ai turisti»

Stefano Vietina
I lavori di ristrutturazione al Codivilla di Cortina
I lavori di ristrutturazione al Codivilla di Cortina

Per Ettore Sansavini, Cortina è un “affare di cuore”. E non solo perché nel 1979 ha costituito a Cotignola (in provincia di Ravenna) il primo polo cardiochirurgico italiano privato. E nemmeno perché, da allora, il gruppo che ha fondato, di cui è presidente, GVM Care & Research, e che ha in gestione l’Ospedale Cortina, “il Codivilla”, rappresenta uno dei poli di eccellenza a livello nazionale e internazionale, in particolare proprio nella cardiologia e nella cardiochirurgia.

«A Cortina ho casa da trenta anni», ci dice, «e non nascondo che la decisione di prendere in gestione – e prima di ristrutturare adeguatamente – il Codivilla deriva da questo amore che resta e resterà incondizionato. Qui voglio portare il frutto di oltre 50 anni di esperienza e di ricerca, con le più moderne tecnologie diagnostiche e operative, sempre al servizio della salute del paziente. Ma sono un imprenditore, non mi posso permettere di non far tornare i conti a fine mese. Anche perché ho la responsabilità di 11 mila dipendenti nel gruppo, e delle loro famiglie».

Ettore Sansavini, presidente di Gvm
Ettore Sansavini, presidente di Gvm

A poco più di un anno dalle Olimpiadi 2026, come siamo messi? Cortina avrà il suo Ospedale Olimpico?

«Stiamo facendo del nostro meglio e correndo contro il tempo. Siamo riusciti a ridare slancio a un’iniziativa che rischiava di naufragare a causa di un Pef (piano economico finanziario, n.d.r.) che risaliva al 2013 e che, in stretta collaborazione con la Regione Veneto, abbiamo dovuto completamente rivedere. Nel frattempo, infatti, abbiamo affrontato l’emergenza Covid, l’aumento generalizzato delle materie prime e dell’energia, la scoperta di un terreno inquinato da idrocarburi e da bonificare, il fallimento dell’impresa edile Emaprice, partner del progetto affidato in concessione».

Come avete fatto a ripartire?

«Con il cuore, certamente, e con la testa. Perché abbiamo manifestato con fermezza alla Regione le nostre obiettive ragioni e rivisto i patti. Non si può andare avanti sulla strada decisa originariamente se poi tutto il contesto attorno cambia».

Tutto chiarito, dunque, con la Regione?

«Sì, ci siamo messi finalmente attorno al tavolo e abbiamo ripreso i lavori di buona lena e allungando la concessione fino al 2042».

Arriverete puntuali per le Olimpiadi?

«Certamente, ma non bisogna dimenticare che l’ospedale che stiamo costruendo andrà ben oltre l’anno olimpico, sarà la vera legacy».

E a Cortina cosa serve? Un ospedale territoriale o internazionale?

«Il nostro obiettivo è di dare a Cortina, come merita, un ospedale completo, moderno, utile a un territorio montano ampio; che vuol dire residenti, turisti, valli limitrofe. Un ospedale per tutti e per tutto l’anno».

Nei giorni scorsi si è letto del progetto della Regione Veneto attraverso le parole del dottor Paolo Rosi, direttore del Suem del Veneto per le prossime Olimpiadi invernali. Il progetto dovrebbe coinvolgere personale da tutte le Ulss venete, con la premessa che “è l’azienda Ulss 1 Dolomiti a gestire tutto”. Il piano, da quanto si è letto, prevede che l’ospedale Codivilla di Cortina d’Ampezzo diventi il “Policlinico olimpico” per tutta la durata dei Giochi olimpici. Voi che ruolo avrete?

«Diciamo che l’ospedale di Cortina è affidato alla nostra gestione e che quindi siamo a disposizione per stabilire chi, cosa e come. Pensiamo di avere competenze, strutture e personale adeguati per poter garantire la migliore assistenza a tutti coloro (atleti, dirigenti, media, turisti) che saranno a Cortina nel periodo olimpico. Per questo stiamo aspettando che la Regione di convochi per formalizzare ruoli e competenze e stabilire insieme il piano di intervento».

E il prossimo weekend c’è la Coppa del Mondo per una sorta di prova del nove in vista delle Olimpiadi...

«Come ogni anno restiamo a disposizione dell’organizzazione della Coppa del Mondo di sci femminile (18-19 gennaio) per ogni supporto necessario. Nei giorni della Coppa potenziamo lo staff, dedicando naturalmente corsie preferenziali alle necessità degli atleti e in generale delle squadre, del personale e dei volontari». —

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