Santa Giustina: uccise donna incinta con l'auto, patteggia 15 mesi

Ha patteggiato un anno e 3 mesi Davide Bof, 22 anni di Santa Giustina. Era lui, il 25 giugno 2010, alla guida dell'auto che si scontrò con l'Opel Corsa di Sara Granzotto
Due immagini dell’incidente di un anno fa alle Gravazze A destra l’auto di Bof
Due immagini dell’incidente di un anno fa alle Gravazze A destra l’auto di Bof
SANTA GIUSTINA.
Ha patteggiato un anno e 3 mesi Davide Bof, 22 anni di Santa Giustina. Era lui, il 25 giugno 2010, alla guida dell'auto che si scontrò con l'Opel Corsa di Sara Granzotto, una giovane donna al 7º mese di gravidanza, morta 3 ore dopo l'incidente.

Si è chiusa così con un patteggiamento in camera di consiglio, davanti al giudice delle udienze preliminari Giorgio Cozzarini, la vicenda giudiziaria di un fatto di cronaca che nemmeno un anno fa commosse un'intera provincia. Un tragico incidente in cui morì una donna incinta di 27 anni, originaria di Cesiomaggiore, residente a Formegan, e rimase ferito gravemente un giovane di Santa Giustina, operaio per una ditta di refrigerazione. Il gup Cozzarini ha anche disposto per l'imputato la sospensione della patente di guida per un anno.

La tragedia, che sconvolse l'intero paese di Santa Giustina, si consumò pochi minuti prima delle otto del mattino, sulla statale, in prossimità dell'incrocio di Meano. Bof, a bordo della sua Ford Fiesta, sbucò da una strada secondaria e si immise sulla statale. Ma qualcosa non andò per il verso giusto, nonostante le condizioni di visibilità e asfalto fossero buone. La sua auto invase l'altra corsia e si trovò di fronte l'Opel Corsa di Sara Granzotto, che era diretta a Belluno, dove la donna lavorava in banca. Lo scontro fu piuttosto violento, anche perché il giovane - stabiliranno poi i carabinieri - viaggiava ad una velocità di 80 chilometri orari. Inoltre, le analisi sul conducente della Ford Fiesta diedero esito negativo, escludenndo che la tragedia fosse stata causata dall'assunzione di particolari sostanze.

L'auto del ragazzo, sbalzato fuori dall'abitacolo, rimase in strada. La donna incinta volò con la sua auto fuori dall'asfalto, rotolò e poi si fermò a testa in giù. Entrambi gli automobilisti rimasero feriti in modo grave. Per estrarre la donna incinta dalle lamiere contorte dell'abitacolo fu necessario l'intervento dei vigili del fuoco. Sul posto, nel frattempo, arrivò l'ambulanza: una aveva già un ferito a bordo e caricò anche la bancaria, perché non c'era tempo da perdere. L'elicottero di Treviso Emergenza si occupò invece del trasporto del giovane operaio, le cui condizioni sembravano molto più gravi.

Ma il dramma non s'era ancora del tutto consumato. All'ospedale i medici constatarono subito il decesso del bambino, mentre alla donna numerose fratture. Le condizioni peggiorarono da un minuto all'altro. In tarda mattinata, tre ore dopo l'incidente, Sara Granzotto morì, nonostante i disperati tentativi dei medici per salvarla.

Il giovane operaio, invece, rimase in coma farmacologico per qualche giorno, nel reparto di rianimazione del "San Martino" di Belluno.

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