Santuario di San Vittore, bagno di folla per il vescovo

FELTRE. Una basilica gremita di gente come poche altre volte si era vista negli ultimi anni ha accolto il vescovo Renato Marangoni, che ieri mattina ha celebrato per la prima volta la messa in onore dei santi Vittore e Corona, patroni di Feltre e compatroni della diocesi di Belluno-Feltre. In tantissimi, di tutte le età, gli hanno riservato un caloroso benvenuto e lo hanno salutato con un inusuale ma sentito applauso all'uscita dalla chiesa. Folta anche la partecipazione dei giovani, sottolineata dal vescovo: «Pregate voi ragazzi per noi», l'invito di monsignor Renato Marangoni, che ha lanciato un messaggio di accoglienza e aiuto reciproco: «I martiri Vittore e Corona non hanno imposto la vita su quella degli altri, ma l'hanno donata, insegnando a prenderci la responsabilità gli uni degli altri».
Queste le sue parole nella messa delle 10.30, animata dalle parrocchie della Forania di Lamon e aperta nel segno del legame storico della nostra terra nei confronti dell'emigrazione con la presenza del vescovo italo-brasiliano Demetrio Valentini, appena andato in pensione e venuto da San Paolo per un periodo di riposo al santuario (la nonna era originaria di Feltre). «Onoriamo i martiri ricordando le nostre radici», ha detto il rettore della basilica don Sergio Dalla Rosa davanti alla chiesa piena di gente. La mattinata risparmiata dalla pioggia ha favorito il via vai sul Miesna nella giornata in cui la festa si è fatta in due, tra sacro e profano.
La città si è ritrovata dentro la basilica per le messe, fuori per il classico pic-nic sulla rocchetta e ai piedi del monte per la grande Sagra di Anzù che procede a gonfie vele. Feltre e i feltrini non mancano mai l'appuntamento con le loro tradizioni. «Non siamo saliti per rinchiuderci in uno scrigno, ma questo luogo ci fa aprire il cuore, estendere lo sguardo e intrecciare le mani che si aiutano a vicenda. Mani innocenti e cuore puro come impegno sociale», ha aggiunto il vescovo Renato Marangoni, parlando di «umanità buona» e di «aggregazione nel giorno di festa per condividere non solo con chi ci sta accanto, ma anche con chi ci viene incontro».
Nel frattempo, fuori il cielo ha aspettato fino al primo pomeriggio prima di far piovere, consentendo il classico pic-nic di San Vittore sul prato. Alcuni si sono attrezzati per conto proprio con lo zaino, la coperta e il pranzo al sacco, ma per gli altri hanno pensato a tutto come sempre i volontari dell'Unione sportiva San Vittore, pronti a dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati alla frasca allestita accanto alla chiesa, vendendo come da tradizione le uova sode oltre a panini imbottiti, polpette e bevande.
Raffaele Scottini
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