Sapa, la procura indaga sulle emissioni
FELTRE. Fumi alla Sapa: aperta un’inchiesta. La procura della Repubblica sta indagando sulle emissioni al di sopra della soglia consentita, alla fonderia di viale del Grappa. L’Arpav ha ravvisato lo sforamento dei valori per i quali l’azienda è autorizzata, in un controllo analitico del mese di settembre. Si discute di nanogrammi (un miliardesimo di grammo) e, per capirsi, dovrebbe essere al massimo 0,1 e invece è 0,2. Il doppio. Un fatto episodico, segnalato all’autorità giudiziaria, dopo che erano state informati la Provincia e il Comune di Feltre, che non si sa ancora come sia successo: l’azienda sta collaborando con l’agenzia regionale per le verifiche su due sostanze, che si chiamano policloro dibenzo diossina (PCDD) e dibenzorurano policlorurato (PCDF). Il frutto di una combustione incompleta di materiale che contiene cloro.
I valori hanno messo in moto la procedura, con la collaborazione dell’azienda nelle ulteriori verifiche che bisognerà fare. L’azienda gestisce le emissioni nell’atmosfera con l’auto analisi, ma il controllo eseguito dall’Arpav rientra tra le verifiche previste dall’autorità, che ha competenza sul rilascio dell’autorizzazione integrale-ambientale. Due in cinque anni. I dati Arpav sono stati raccolti nell’ambito di controlli in più giorni e contrastano con i dati dell’azienda. Secondo i rilevamenti di Sapa, le emissioni erano nella norma.
La direzione della fonderia ha sottolineato di fare grande attenzione a questi aspetti, ecco perché i risultati raccolti da Arpav sorprendono. Ad ogni modo, avrà ruolo attivo nella soluzione del problema: «Sapa insieme agli enti di controllo ha immediatamente attivato ogni necessaria azione diretta a verificare l’effettivo superamento dei limiti di emissione indagando innanzitutto le metodiche analitiche utilizzate che svolgono, in questi casi, un ruolo fondamentale nella determinazione dei risultati dei monitoraggi».
Inoltre, ha avviato «una campagna di verifiche, concordata con gli enti preposti, per investigare la presenza di possibili cause che possano determinare eventi anomali quali quelli riscontrati da Arpav, per escludere alla radice che un tale fenomeno possa effettivamente verificarsi». Sapa ha l’autorizzazione integrata ambientale ed è «soggetta a rigidi controlli, dispone di presidi ambientali di ultima generazione ed effettua con regolarità i monitoraggi come previsto dal piano di controllo autorizzato dalle autorità preposte».
Quanto all’Usl 2, sta seguendo la vicenda attraverso il Dipartimento di prevenzione.
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