Sappada adesso si appella a Mattarella
SAPPADA. E adesso arriva la lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché garantisca la tutela della minoranza linguistica protetta dalla Costituzione.
Chi la minaccerebbe? Il Pd bellunese: non ha dubbi al riguardo il Comitato dei referendari con in testa Alessandro Mauro. Comitato che già ieri si è messo di buzzo buono per formulare la lettera da recapitare al Capo dello Stato.
È, dunque, rivolta a Sappada contro il Pd, in particolare contro l’on. Roger De Menech e la segretaria provinciale Erika Dal Farra, per il loro appello alla governatrice Debora Serracchiani, Friuli Venezia Giulia, perché da vicesegretaria del Pd faccia dire di no al voto in Senato.
Dal canto suo, il sindaco Manuel Piller Hoffer ha parlato con Serracchiani, sostenendo l’esatto contrario, e nei prossimi giorni ci sarà un incontro ufficiale del Comune e del Comitato dei referendari con la presidente.
«L’amico Roger e Dal Farra stanno scherzando col fuoco», reagisce Mauro; «neppure immaginano come può reagire il paese se si sente minacciata la propria libertà di espressione, costituzionalmente garantita all’articolo 6 e che, a questo punto, potrà trovare tutela e promozione solo in Friuli Venezia Giulia».
Altrettanto pesante la reazione del sindaco. «Rimango basito dalle dichiarazioni dei dirigenti del Pd bellunese, dalle quale si evince che la questione Sappada sostanzialmente va chiusa a tarallucci e vino (senza andare in aula e aspettando il "miracolo" per le Terre Alte)», sottolinea Piller Hoffer. «Sappada ha compiuto l’iter previsto ottenendo tutti i pareri favorevoli», ricorda il sindaco «(dov’era il Pd bellunese, e non solo, quando votavano? Se Sappada creava un problema bastava dire no, senza prendere in giro la gente».
Quanto poi all’affermazione di De Menech e Dal Farra, secondo i quali vanno trovate altre soluzioni, il sindaco obietta: «in 8 (dico 8) le menti pensanti, di tempo ne hanno avuto per trovare proposte alternative, ma forse dei sappadini» aggiunge il sindaco rivolto al Pd «non si è mai fregato niente: avete sottovalutato la cosa e questo è innegabile. Due anni fa abbiamo evidenziato che il caso Sappada se non gestito sarebbe scoppiato (ma nessuno ci ha ascoltato e adesso non sanno come uscirne, adesso scrivono: «abbiamo iniziato a parlarci....»?)».
Non manca, in questa reazione, la polemica politica. «Dicono che manca una "politica per la montagna" ma se non sbaglio sono loro al governo», insiste Piller Hoffer; «chi dovrebbe farla?».
Il sindaco, in conclusione, chiede che la questione di Sappada torni in aula: «per principio e rispetto dei sappadini e dello strumento democratico quale il referendum»...
«Perfetto» chiosa Alessandro Mauro, «sottoscrivo puntualmente quanto ha dichiarato il sindaco. Quando ci vuole... ci vuole».
E poi giù, anche lui, col Pd. «Questo atteggiamento del Pd bellunese è a dir poco sconcertante», afferma Mauro, che pure ha ascoltato direttamente da De Menech e Dal Farra le loro obiezioni, durante la visita a Sappada.
«Sono andati dalla Serracchiani a tentare di convincerla a "soprassedere", ma non vi vergognate? Ma è questo il rispetto che avete per la gente? Se la legge su Sappada non torna subito in aula ...allora caro Roger De Menech ed Erica Dal Farra venite a Sappada, comunità contro la quale vi state accanendo in ogni modo, calpestando i diritti delle minoranze, a Sappada spiegare le vostre idee antidemocratiche. Se la legge non torna in aula porteremo il paese sotto la sede del Pd a Belluno state attenti se volete la guerra avrete la guerra».
Francesco Dal Mas
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