Sappada, casa delle vacanze confiscata a Balducci
SAPPADA. Confisca definitiva per l’appartamento con vista (e che vista) di Angelo Balducci in borgata Palù a Sappada. Ieri la sveglia è stata anticipata per l’ex provveditore alle opere pubbliche del Lazio ed ex presidente del Consiglio lavori pubblici, Angelo Balducci 69enne, coinvolto nell’inchiesta “Grandi eventi” sui lavori riguardanti il Vertice del G8 de La Maddalena (tenutosi a L’Aquila), i Mondiali di nuoto di Roma del 2009 e le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Tra i nove milioni di valore di immobili (e altro) che le Fiamme gialle hanno confiscato ieri in tutta Italia al già dirigente pubblico, dagli appartamenti romani alla tenuta di Montepulciano, alle case a San Giorgio di Pesaro, c’è anche la casa di vacanze fra i monti di Sappada dove oltre alla famiglia era ospite l’imprenditore edile Diego Anemone (arrestato anche lui per la stessa inchiesta).
I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno confiscato ventisette immobili tra ville, appartamenti di pregio e terreni; due auto ed una moto; rapporti bancari e titoli obbligazionari; quote societarie e disponibilità finanziarie per oltre 3 milioni di euro detenute in Lussemburgo per il tramite di una società fiduciaria. Ad emettere il provvedimento è stata la sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Roma che, accogliendo le argomentazioni della procura, ha ritenuto Balducci soggetto «socialmente pericoloso» in quanto «dedito a reiterate condotte corruttive».
La guardia di finanza di Belluno diretta dal colonnello Patrizio Milan, su sub delega, ha dato esecuzione al provvedimento che arriva dopo la pronuncia della Corte di Cassazione del 24 febbraio 2017. Il sequestro riguarda due piani, quarto e quinto (mansardato) nel condominio "Domus viva", dove prima c’era l’albergo Cristallo: la residenza è di quattro vani su due livelli, in quell’ex Cristallo la cui destinazione urbanistica era stata convertita nel 2006, quando fu trasformato in un condominio con unità abitative, negozi e uffici. A Balducci è stato confiscato anche il garage di 23 mq, residenza di vacanze che, stando agli atti in possesso ai finanzieri, Balducci aveva acquistato nel 2007 per una cifra di 385 mila euro.
A Sappada, Balducci era di casa già da quando era giovane. Nello stesso appartamento durante le vacanze, natalizie soprattutto, era ospite l’imprenditore edile romano Diego Anemone: entrambi al centro delle indagini sulla cosiddetta «cricca» degli appalti, per gli inquirenti un presunto fenomeno di malaffare che, dal 1999, ha fatto uso sistematico della corruzione e di illeciti tributari e che vedeva l’attività di funzionari pubblici, almeno secondo il gip di Firenze, asservita agli affari di Anemone. Gli illeciti, secondo l'accusa, servivano a camuffare tangenti per l'assegnazione a imprese favorite, in primis appunto quelle di Diego Anemone, di appalti pubblici, tra cui i «grandi eventi». Si parla di “illeciti rapporti d’affari tra Balducci e note imprese romane vincitrici di gare pubbliche per oltre 300 milioni di euro”.
La confisca è arrivata a conclusione di un lungo iter giudiziario scaturito dalle difficili indagini coordinate dalla procura di Roma e svolte dagli specialisti del Gruppo investigativo criminalità economico-finanziaria del nucleo di polizia tributaria della capitale. È emerso che, a fronte dell’illecita assegnazione delle commesse pubbliche, le imprese appaltatrici avevano veicolato ingenti flussi finanziari, anche attraverso società interposte, verso una società cinematografica - riconducibile all’ex funzionario pubblico - che si occupava della produzione di film il cui attore principale era il figlio. Allo stesso modo, i finanzieri hanno dimostrato che le imprese edili avevano finanziato l’acquisto o ristrutturazione di svariati immobili di pregio a favore della sua famiglia. Gli «illeciti proventi consentivano al protagonista della vicenda di accumulare un notevolissimo patrimonio, risultato, al termine di ulteriori complesse indagini economico-finanziarie, nettamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati», spiegano i finanzieri. Balducci dichiarava neanche 180mila euro di redditi l’anno. Sulla pericolosità sociale di Balducci, poi, i giudici del Tribunale di Roma hanno evidenziato che «… alla luce degli oggettivi accertamenti acquisiti nei vari procedimenti penali instaurati a suo carico, risulta avere pervicacemente approfittato delle proprie funzioni apicali in seno alle amministrazioni, titolari di enormi poteri di spesa in ordine all'assegnazione di appalti pubblici, per procedere in modo sistematico e sfrontato all'arricchimento proprio, dei familiari e dei complici con i quali abitualmente operava; si deve rilevare che le dichiarazioni difensive del Balducci sono sfacciatamente false e smentite obiettivamente dalle fonti di prova acquisite nei processi penali a suo carico, a conferma della pericolosità del proposto e della totale assenza di qualunque resipiscenza…».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi