Sarà un autunno caldo: a rischio 400 posti di lavoro nel Bellunese

La Cassa straordinaria per legge non può essere rinnovata: in pericolo i 167 esuberi della Wanbao Acc, i 120 della Ferroli e gli 80 dell’Albertini (ex Form)

BELLUNO. Quattrocento posti di lavoro a rischio. Parliamo dei 167 esuberi dichiarati della Wanbao Acc di Mel, dei 120 della Ferroli di Alano di Piave e dell’ottantina dell’ex Form, ora Albertini, di Quero Vas. L’allarme parte dal sindacato di categoria, che ha chiesto un incontro in Prefettura per tentare di sollecitare il governo a modificare la norma e venire incontro ai lavoratori senza un impiego.

Non è finita la crisi in provincia di Belluno. Anzi, l’onda lunga della pessima congiuntura economico-finanziaria rischia di investire un’altra volta le Dolomiti, portandosi dietro altre perdite di posti di lavoro.

Il disastro potrebbe concretizzarsi tra settembre e novembre. A cavallo tra l’autunno e l’inverno, infatti, queste quattrocento persone rischiano di rimanere senza impiego e senza ammortizzatori sociali. Un numero importante, che andrebbe ad aggiungersi a quello degli anni precedenti.

Tutta colpa della riforma degli ammortizzatori sociali del 2015 che ha cancellato molte forme di “paracadute”. E così, al termine dei 24 mesi di cassa integrazione straordinaria, non resta altro che la Naspi, cioè la vecchia disoccupazione, che copre fino a un massimo di due anni. Un po’ poco per chi ha ancora tanti anni di lavoro davanti prima di andare in pensione.

Qui Ferroli. L’allarme è stato lanciato da Fiom Cgil e Fim Cisl in merito alla vicenda della Ferroli di Alano di Piave. «La società due anni fa è stata salvata grazie alla presentazione di un piano industriale al tribunale di Verona. Piano che ha visto i lavoratori rinunciare a 10 milioni di euro di premio integrativo per evitare il fallimento dell’azienda», sottolinea Luca Zuccolotto della Fiom. «Il piano portato a palazzo di giustizia parla di 600 esuberi in tutti gli stabilimenti, vale a dire il 50% della forza lavoro del gruppo in Italia. Ad oggi, però, non è stato presentato alcun piano che rimetta mano a questi numeri. E quest’anno, a metà settembre per i dipendenti scadranno i due anni di cassa straordinaria. Dopo questa per i lavoratori potrà aprirsi una sola porta, quella del licenziamento».

«Lo ha detto chiaramente anche il ministero dello Sviluppo economico che non ci saranno possibilità di allungare questi ammortizzatori, se non dovesse cambiare la norma», precisa Paolo Agnolazza della Fim Cisl.

Le parti sociali sono molto preoccupate. «Presto invieremo una lettera al Prefetto chiedendo un incontro, ma scriveremo anche a tutti i sindaci, alla Provincia, alla Regione e al Ministero perché le cose possano cambiare», dicono Zuccolotto e Agnolazza.

Ex Form di Quero. Stessa situazione critica anche all’ex Form, ora Albertini, di Quero Vas. Anche per questa azienda in autunno scadrà la Cassa straordinaria e anche in questo caso le prospettive sono nebulose e tutt’altro che positive. «Sarà dura, visto anche che la società ha parlato di ulteriori 200 esuberi», dicono i sindacalisti.

«È necessario che le aziende in crescita assumano almeno in parte chi ha perso il lavoro. Serve uno sforzo di tutti i soggetti del territorio, e non solo, altrimenti dal 2018 la situazione qui sarà davvero pesante», concludono Zuccolotto e Agnolazza.

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