Sarà un autunno con pochi funghi

La buona notizia è che dimunuisce la radioattività: il “cesio 187” è in calo

BELLUNO. Se i funghi quest’anno nei boschi bellunesi sono «notevolmente pochi», la buona notizia è che la presenza di radioattività sta diminuendo. Parole del responsabile del Servizio igiene degli alimenti dell’Usl 1, Oscar Cora. «In due anni di studi effettuati in collaborazione con l’Arpav e il gruppo dell’Associazione Bresadola, abbiamo raccolto e analizzato tante varietà di funghi presenti in tutto il territorio dell’azienda sanitaria, dal Nevegal al Cadore, dall’Agordino al Comelico. Alla fine il dato emerso, anche se sono necessarie le ultime rielaborazioni, è che la presenza di cesio 187, l’elemento radioattivo più diffuso nel nostro territorio, sta diminuendo, pur mantenendo una distribuzione sempre a macchia di leopardo».

Il problema della radioattività si era presentato dopo il disastro della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuto nell’aprile del 1986. Da allora con periodicità l’Usl ha iniziato ad eseguire dei rilievi per tenere sotto controllo questo fenomeno pericoloso anche per la salute delle persone. «La radioattività permane», precisa ancora Cora, «ma i valori stanno pian piano scendendo, come è giusto che sia visto che gli elementi radioattivi sono soggetti al decadimento. Restano, però, alcune specie di funghi più captanti di altre rispetto al cesio 187, come ad esempio i finferli; altre specie come il porcino, invece, ne immagazzinano di meno».

Il responsabile del Servizio degli alimenti e della nutrizione dà un consiglio ai bellunesi: «È necessario non abusare nell’ingestione di funghi, sia perché non sono facilmente digeribili, sia perché comunque hanno anche questa radioattività».

La stagione dei funghi non è andata molto bene. «Assistiamo a un annata molto scarsa», sottolinea amareggiato il presidente dell’Associazione Bresadola di Belluno, Fabio Padovan: «Per colpa del clima troppo secco e ora dell’arrivo di temperature più fredde, temiamo che di funghi quest’anno se ne vedranno ben pochi. Anche noi per la nostra mostra di domenica scorsa abbiamo avuto difficoltà a trovare gli esemplari da esporre. La produzione di porcini è stata abbastanza ridotta, qualche finferlo c’è stato, mentre i chiodini, che sono quelli più tardivi, stentano a crescere». Non si sa, quindi, se si potrà vederne ancora nelle prossime settimane, considerando che la stagione dei funghi si conclude verso la metà di ottobre.

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