Sassi e ghiaia fino ai limiti della strada

Smottamento a Rio Gere. Enrico Ghezze chiede monitoraggi e interventi ben definiti non a carico solo dei privati

CORTINA. Smottamento a Rio Gere. Domenica un forte temporale si è abbattuto sul Cristallo e da forcella Son Forca si è mosso il ghiaione che ingrossa il torrente Rio Gere.

Sassi e ghiaia sono arrivati sino al ponte della strada 48 che passa a Rio Gere e che porta a Cortina o ad Auronzo. Ieri mattina gli uomini di Cortina Cube, la società che gestisce le ski aree di Cristallo, Faloria e Mietres, hanno lavorato per risistemare la situazione.

Prima hanno ripulito la zona nei pressi del ponte e poi hanno ripristinato la strada che sale alla pista Ru de ra Gieres dove ieri pomeriggio c'era la commemorazione per i sette anni trascorsi da quando l'elicottero del Suem si abbatté al suolo e morirono sul colpo i membri dell'equipaggio, durante il sopralluogo su una frana.

Domenica come sempre, a dare l'allarme è stato Nicola Bellodis, gestore del ristorante Rio Gere e volontario del Soccorso Alpino di Cortina. «Ormai conosco il torrente alla perfezione», spiega Bellodis, «e domenica, quando ho visto che il temporale era fortissimo sono subito andato a verificare. Il ghiaione si è mosso come è successo già altre cinque o sei volte durante questa estate. Ma domenica la ghiaia è arrivata quasi alla strada».

Ora serviranno interventi strutturali più importanti da parte di Veneto Strade che a luglio aveva già tolto il materiale che si era depositato a valle del torrente e lo aveva posizionato sul parcheggio dove sostano gratuitamente le auto degli escursionisti. A preoccupare è che si debba, per motivi di sicurezza, chiudere la strada Regionale. Se dovesse accadere in concomitanza con la chiusura della statale 51 ad Acquabona, Cortina sarebbe raggiungibile solo dal passo Falzarego o da Fiames.

«Servono interventi ben definiti anche a Rio Gere», ammette Enrico Ghezze, amministratore di Cortina Cube, «non si può rischiare di dover chiudere la Regionale e di rimanere isolati se è chiusa anche la strada ad Acquabona, come ormai avviene di continuo. Serve poi un piano di prevenzione e di gestione dell'emergenza. Qui abbiamo la fortuna di avere Bellodis che controlla, e che in alcuni casi, in passato, ha anche chiuso la strada prima dell'arrivo dei rinforzi. Ma non si può sobbarcare questo peso su un privato. Inoltre noi continuiamo, su invito di Veneto Strade, a sistemare l'alveo del torrente quando il ghiaione si muove. Lo facciamo sempre a nostre spese e nessuno ci ha mai rimborsati, sebbene la ghiaia potrebbe finire su una strada regionale. Abbiamo anche concesso di depositare il materiale sul nostro piazzale, togliendo posti auto ai nostri clienti. Va stilato un piano di gestione dell'emergenza», chiosa Ghezze, «e un piano di interventi. Come per Acquabona anche a Rio Gere ci dovrebbe essere un monitoraggio in caso di forte mal tempo e dovrebbero poi ripristinare i danni delle eventuali colate i mezzi pubblici e non solo i nostri a nostre spese».

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