Sbatte sul cervo con l’Harley non gli spetta il risarcimento
Schianto sul cervo. La colpa è del motociclista: non ci sono responsabilità, invece, da parte di Veneto Strade, Provincia e Regione. È quanto ha stabilito il giudice D’Addio, alla fine della causa civile fatta dal biker romano Demetrio Fedeli. Tramite l’avvocato Simone Ianese, il 54enne aveva chiesto 25 mila euro all’ente gestore della strada regionale 48 delle Dolomiti e ai due enti pubblici. Questi erano difesi da Calabro e Pierobon.
Dopo aver esaminato anche una consulenza tecnica, il Tribunale ha motivato la sentenza con il fatto che sull’asfalto non c’erano segni di frenata della Harley Davidson, questo stava a significare che Fedeli non aveva fatto il possibile per evitare l’impatto, malgrado i tre cervi avessero attraversato la strada da sinistra a destra e, dunque, ci fosse teoricamente il tempo per schivarli.
Quello colpito è deceduto sul colpo, mentre gli altri due sono scappati nel bosco. L’uomo è caduto e ha sofferto un’invalidità permanente quantificata tra il 7 e l’8 per cento.
Tra le ipotesi possibili, la velocità non adeguata o un momento di distrazione, di sicuro Fedeli ha garantito che andava piano e la sua versione è stata confermata dall’automobilista che seguiva: circa 50 km/h, cioè nel limite di velocità. Non c’erano cartelli in quel tratto di strada e un problema poteva essere la presenza di alcuni alberi che potevano limitare la velocità. Alberi poi tagliati dal personale di Veneto Strade.
Demetrio Fedeli stava trascorrendo una vacanza a Cortina, nell’estate di alcuni anni fa. Appassionato di natura e motociclette, nel primo pomeriggio del 27 luglio è salito in sella alla sua Harley e si è diretto verso il passo Falzarego, lungo la strada di competenza regionale. Secondo la ricostruzione, in uno dei pochi tratti rettilinei il professionista capitolino si è visto sbucare improvvisamente davanti tre esemplari di cervo in corsa verso l’altro lato della carreggiata. Ha tentato di frenare e la motocicletta americana ha avuto uno slittamento laterale (quello che tecnicamente si chiama scarrocciamento), prima dell’impatto con uno degli animali. Fedeli è finito a terra e l’ungulato è morto. Gli altri due sono scappati, senza aver riportato conseguenze.
Atterrato con la schiena, l’uomo è stato soccorso in prima battuta dall’ambulanza del 118 e in seconda dall’elicottero.
I sanitari l’hanno portato in prima battuta all’ospedale Giovanni Paolo II di Pieve e in seguito al San Martino di Belluno per curare i gravi traumi sofferti, soprattutto nella zona della colonna vertebrale.
Guarigione e riabilitazione sono state complicate, nel frattempo i danni alla moto sono stati pagati da un’assicurazione, come responsabile civile. È stata intentata una causa, che, dopo la precisazione delle conclusioni, si è conclusa con un nulla di fatto. Non ci sarà alcun risarcimento danni. –
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