Scalano la montagna per accendere la croce di Susin
SOSPIROLO
Conservare e portare avanti le storiche tradizioni o rispettare i divieti imposti dalla legge in questa fase di emergenza? In teoria non dovrebbero esserci dubbi. Già, in teoria.
Perché qualcuno a Sospirolo l’ha pensata diversamente, nella notte del venerdì santo. Così, dimenticando le continue e costante raccomandazioni di non uscire di casa, una o più persone sono salite sino alla Croce di Susin ed hanno illuminato il simbolo religioso. Niente di strano in tempi normali, ma il 2020 non è affatto un anno normale. E al momento sono in vigore delle normative ben precise riguardo gli spostamenti.
Figurarsi se è consentito salire e scendere da un monte, tra l’altro con l’oscurità, per illuminare una croce.
C’è una questione di rispetto nei confronti degli operatori sanitari, i quali avrebbero dovuto intervenire in piena notte qualora vi fossero stati infortuni o quant’altro.
Inoltre semplicemente l’emergenza Coronavirus impone di restare a casa, senza alcuna discussione o possibile interpretazione diversa.
Il rischio è di incorrere in sanzioni pecuniarie piuttosto salate.
«La stessa linea di pensiero stabilita a suo tempo da noi del Centro studi della montagna sospirolese», precisa il presidente del sodalizio Stefano Sanniti, «avevamo già segnalato infatti l’intenzione di rinunciare al rispetto di questa tradizione, in quanto siamo in pieno dramma sanitario. Evidentemente qualcuno ha voluto fare di testa sua, nonostante il percorso per arrivare lì sia piuttosto impegnativo».
La Croce di Susin è una delle principali presenti sulle creste sospirolesi, assieme alla Croce Visentini e alla Croce del Monte Sperone.
«L’avevano ripristinata ancora nel 2000 alcuni giovani volontari del luogo, portandola di peso in cima dopo la caduta di quella presente lì negli anni precedenti. Per accenderla vengono utilizzate delle comunissime strisce a led, reperibili piuttosto facilmente sul mercato, e una semplice batteria a garantire l’energia. Non è l’unica accesa di solito il venerdì santo, ma l’altra sera era la sola a brillare. L’auspicio nostro è quello di riprendere le storiche tradizioni nel 2021. Adesso però occorre solo adeguarsi alle normative». –
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